Giotto, la Natività di Gesù

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Di Redazione Metropolitan

Nella cappella degli Scrovegni a Padova, Giotto dipinge all’inizio del XIV° secolo una delle più belle e perfette rappresentazioni della Natività di Gesù.

Giotto, la Natività

Nella cappella degli Scrovegni a Padova, Giotto dipinge ad affresco le storie di Gesù.  Tra queste troviamo una delle più belle rappresentazioni della storia dell’arte della nascita di Gesù. Seguendo la tradizione evangelica Giotto esegue una delle inconografie più tradizionali ma rinnovandola rispetto alla coeva tradizione bizantina.

Infatti Giotto, arricchendo la scena di naturalezza e umanità, la rende perfetta nella sua semplicità. Inoltre, come dice Francesca Flores D’Arcais, possiamo qui vedere apparire “forse per la prima volta nella storia dell’arte, un presepe”.

Il primo elemento di novità è sicuramente il paesaggio roccioso che fa da sfondo alla scena della Natività. Maria si trova infatti distesa su un declivio roccioso, coperto da una capanna in legno che accenna una innovativa geometria prospettica. Tale prospettiva era infatti estranea alle statiche rappresentazioni bizantine. Maria ha appena partorito Gesù posandolo dolcemente nella mangiatoia. Nuova qui è la naturalezza di Maria che, con un gesto spontaneo, si gira verso il figlioletto.

Nella scena anche un personaggio nuovo, che sta aiutando Maria a deporre il bambino Gesù nella mangiatoia.  Giuseppe è rappresentato in basso assorto in un dolce sonno, atteggiamento tipico dell’iconografia che vuole sottolineare il suo ruolo non attivo nella procreazione. Il manto di Maria, origine in lapislazzuli, ma oggi in grande parte scomparso, che ha scoperto un sottostante strato con la veste rossa.  A destra della scena assistiamo all’annuncio ai due pastori da parte dell’angelo dell’evento miracoloso. Altri quattro angeli sono sopra la capanna che pregano e vegliano sul fanciullo appena nato.

Come un presepe

Questa si può considerare una delle Natività più conosciute e popolari. Giotto innova l’arte medievale e l’accompagna verso la modernità. Innovando una delle scene più tradizionali della storia dell’Arte va a collocare il racconto sacro in un’atmosfera naturale e umana.

di M.Cristina Cadolini