Giovanna d’Arco è la versione italianizzata di Jeanne D’Arc, il vero nome di questa giovane passata alla storia. Nota anche come “la pulzella d’Orléans“, questa eroina di altri tempi è celebre per il suo apporto alle guerra dei Cent’anni, ma soprattutto per la sua tragica morte. Icona di ribellione, seppure mossa da casti e divini principi, Giovanna d’Arco è una delle protagoniste indiscusse del 1400 e segna ante litteram l’inizio dei movimenti di empowerment femminile. Ripercorriamo insieme alcune vicende della sua storia, fino alla tragica sentenza e morte.
Il richiamo verso il prossimo
Di Giovanna d’Arco sappiamo che nasce da due contadini nel 1412 a Domrémy, un piccolissimo villaggio francese. Sin da piccola dimostra il suo impegno per cause nobili. Aiuta i più bisognosi, tra malati e poveri e sembra già in adolescenza accompagnata da una spinta divina. L’estrema devozione cristiana infatti, appare proprio sin da questi anni.
La vocazione trova una vera e propria manifestazione pratica durante la Guerra dei Cent’anni. Nel 1428 infatti, questo lungo scontro che vede coinvolte Francia, Borgogna e Inghilterra vede quest’ultima in vantaggio sulle conquiste dei territori. Grazie ad alcune visioni spirituali di Giovanna, questa decide di intraprendere un percorso battagliero, al fianco dei sovrani francesi, per riportare al comando il suo paese.
Giovanna d’Arco e il rogo
La sua immagine di giovane donna, vestita da soldato, con la spada e lo stendardo bianco con soggetto religioso, è stata più volte rappresentata nella storia, come simbolo di forza e resistenza. Le caratteristiche che poi Giovanna d’Arco possiede anche nella vita. Dopo diversi attacchi agli Inglesi infatti, la “pulzella d’Orléans” viene catturata e fatta prigioniera. Nel Gennaio del 1431 inizia il processo per stregoneria ed eresia.
Le voci sentite dalla ragazza e il suo indossare abiti maschili le valgono le accuse di “scismatica” e “invocatrice di diavoli“. Il 30 Maggio 1431 nella Piazza centrale di Rouen, Giovanna d’Arco viene arsa viva. A soli 19 anni, col suo abito bianco e una croce di fortuna fatta con ramoscelli incrociati, la giovane sconta la sue tremenda pena. Solo nel 1900, riconosciuta l’ingiustizia del suo processo, verrà santificata.
Claudia Sferrazza
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