Giovanni Gentile nacque oggi, il 29 Maggio del 1875, in un comune siciliano di nome Castelvetrano. Fu un importante filosofo, pedagogista e politico italiano. La sua filosofia era denominata attualismo, ma insieme a Benedetto Croce fu un importante esponente del neoidealismo, una corrente filosofica che riprendeva le idee del filosofo Hegel. Fu Ministro della pubblica istruzione del governo Mussolini nel 1923; da lui, infatti, derivò la “Riforma Gentile”, una riforma scolastica che prevedeva l’inserimento dell’obbligo scolastico della qualifica di “terza media” e il liceo classico come uno mezzo di formazione delle classi dirigenti.

Giovanni Gentile, il filosofo dell’attualismo: la biografia

“Unico, vero, concreto, completo maestro dell’uomo è lo Spirito Universale”.

Giovanni Gentile

Giovanni Gentile iniziò la sua carriera accademica subito dopo la laurea, avvenuta nel 1897, come docente di filosofia in diverse importanti università italiane. Egli cominciò ad essere visto come intellettuale quando, insieme all’amico Benedetto Croce, creò la rivista di storia e filosofia dal titolo “La Critica”. Verso gli inizi del 900’ pubblicò: “L’atto del pensiero come atto puro” (1912) e “La teoria generale dello Spirito come atto puro” (1916). Nel 1915, inoltre, divenne membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Esattamente dieci anni dopo, Mussolini gli affidò la direzione dell’Istituto Treccani per l’Enciclopedia italiana.

Per Gentile la dialettica indicava la relazione tra gli oggetti; il soggetto, pensando, creava la realtà circostante. L’atto del pensiero definiva la realtà, la sintetizzava, da ciò il nome di “attualismo”. Lo Spirito produceva la realtà, e con essa le sue rappresentazioni: l’arte, la filosofia e le (i tre diversi momenti della vita dello Spirito).

Giovanni Gentile, ancora oggi ricordato per essere stato l’inventore dell’esame di maturità, è stato tra gli intellettuali italiani fascisti più impegnati. Morto nel 1944 per mano di alcuni partigiani, fu riconosciuto come grande pensatore anche da Gramsci e Togliatti, nonostante la sua fedeltà al regime.

“La vera vita è la riflessione su sé stessa”.

Giovanni Gentile

Giusy Celeste