Giulio Mendes, il ritorno di un Mammuth

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Di Redazione Metropolitan

Dopo una pausa di un paio di stagioni l’attaccante è tornato a vestire la maglia giallorossa dando un contributo importante in pista e non solo.

“Non è l’uscire dal porto, ma il tornarci, che determina il successo di un viaggio.”

Una cosa è l’andare, ci fa portare con noi una serie di emozioni, euforia ma anche malinconia, incertezza e voglia di scoprire, ma il ritorno è ben altro. Tornare come disse Henry Ward Beecher, politico statunitense, determina il successo, in questo caso non solo di un singolo, ma anche di un gruppo.

Chi segue i Mammuth e li viene a vedere e sostenere al Palamunicipio, conosce bene la squadra e i giocatori che vestono la maglia giallorossa. Molti ricorderanno i giocatori che per anni hanno infiammato i sabati romani con gli appuntamenti della serie A, quelle sfide intense che nel bene o nel male facevano battere forte il cuore. I Mammuth da allora hanno avuto dei cambiamenti, di serie e di roster, ma senza mai perdere il loro bene più prezioso: il gruppo

Il ritorno al Palamunicipio

In questa stagione impossibile non essersi accorti di un ritorno di una figura storica, un “furetto” instancabile che come un moto perpetuo solca la pista trascinando i compagni. Un grande ritorno che ha restituito un componente importante nel gioco e nel gruppo. Lui è Giulio Mendes ed è tornato a vestire la M con le zanne dopo un paio di stagioni di assenza e fidatevi, non sembra affatto essere passato del tempo.

-Come è stato tornare nei Mammuth dopo questo periodo?

E’ come tornare a casa per natale dopo un anno vissuto fuori per lavoro,  sai che fai parte della famiglia ma è comunque difficile reintegrarsi per via del tempo passato lontano o comunque fuori dal campo.

-Come hai trovato la squadra, quali le maggiori differenze?

Tornare è stato sicuramente una gioia anche se la maggior parte dei compagni trovati a settembre non sono quelli che ho lasciato 2anni fa.

Giulio Mendes festeggiato dai compagni dopo una rete Foto ©Rita Földi Photography

-Il gruppo è sempre stato un fattore determinante, come lo hai trovato al tuo ritorno?

La cosa bella è stato notare che nonostante i molti cambiamenti nella rosa si è cercato (con successo) di fare gruppo e mantenere i rapporti vivi a prescindere dell’allenamento e dai risultati.

Un bilancio su questa stagione a livello personale e di squadra e le prospettive per il futuro.

Il bilancio sulla stagione appena conclusa credo che possa essere solo che positivo. Nonostante le condizioni di autogestione e autofinanziamento in cui ci troviamo, credo che non sia da sottovalutare la voglia della squadra di stare insieme, divertirsi e mettersi  alla prova. Competendo in campionati in cui spesso le abilità tecnico tattiche avversarie sono superiori delle nostre, non è facile mantenere viva la voglia e il piacere di allenarsi e giocare. La nostra squadra ha dimostrato nella seconda metà di campionato di saper gestire in autonomia addirittura le sedute di allenamento e le partite, e credo che non sia una cosa da tutti. Detto ciò, la speranza di trovare un allenatore per la prossima stagione è  alta,  ma ci stiamo organizzando per un piano b, in cui la gestione della squadra sarà il più orizzontale possibile

Non possiamo che essere felici per questo ritorno e speriamo di poter proseguire il viaggio insieme, d’atronde anche questo fa parte del successo.