Giuseppe Conte, studi e carriera politica del Premier

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Il Premier Giuseppe Conte nasce l’8 agosto del 1964 in provincia di Foggia, a Volturara Appula. Suo padre era un segretario comunale e sua madre un’insegnante. Ha conseguito il diploma presso il liceo classico Pietro Giannone, a San Marco in Lamis. Nel 1988 si è laureato in giurisprudenza a Roma, presso La Sapienza. Cattolico, particolarmente devoto a Padre Pio, ha avuto un figlio (che ora ha tredici anni) dalla sua prima moglie, Valentina Fico. La sua compagna attuale è Olivia Paladino.

Giuseppe Conte: gli studi universitari e la carriera da professore di Diritto Privato

Giuseppe Conte è professore di diritto privato, grazie ad un’idoneità all’insegnamento conseguita nel 2000. Ha insegnato presso varie università italiane, tra cui Roma Tre e l’Università degli Studi di Firenze, nonché la Luiss di Roma.

Giuseppe Conte, web
Giuseppe Conte, web

La carriera politica

Nel 2013 la sua elezione presso la Camera dei Deputati, componente laico del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa. Nel 2018 il capo del Movimento 5 Stelle lo propone nel ruolo di Ministro della Pubblica Amministrazione, in caso di vittoria alle elezioni politiche del 4 marzo. In seguito, il 21 maggio del 2018 riceve la proposta di diventare Presidente del Consiglio dei Ministri. Dieci giorni dopo, il 31 Maggio, Mattarella lo nomina Presidente del Consiglio. Matteo Salvini e Luigi Di Maio entrano a far parte dello stesso governo in qualità di vicepresidenti.

Giuseppe Conte e la caduta del governo nel 2019

In seguito, il 20 agosto del 2019 si verifica la rottura con l’ex vice premier Matteo Salvini, accusato da Conte di aver fatto cadere il governo esclusivamente per interessi personali e per accrescere il proprio potere politico. Successivamente, dunque, Conte si è dimesso dall’incarico di Presidente del Consiglio. Il 29 agosto del 2019 riceve da Mattarella l’incarico di formare il nuovo governo, di cui sarà Presidente del Consiglio. Concludendo, nel 2020 è chiamato a gestire l’emergenza Coronavirus.

“Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure. Non dovremo fare una corsa cieca verso il baratro. Dovremo essere lucidi e responsabili. Restiamo distanti oggi per abbracciarci domani”.