Ricorre oggi la nascita di Giuseppe De Nigris, pittore di origini foggiane che viaggiò in tutta Italia. Sperimentò stili diversi e sviluppò un’intensa attività espositiva, affermandosi durante la seconda metà del XIX secolo.Dalle nature morte alle scene di genere, dai vicoli agli interni, De Nigris è stato un artista in continua trasformazione.
La sua capacità di sperimentare è cresciuta di pari passo alla frequenza dei suoi spostamenti. Oggi le tele di De Nigris sono esposte in gallerie pubbliche e in collezioni private. La sua attenzione ai dettagli realistici ne fa uno dei maggiori esponenti dell’arte ottocentesca italiana.
Giuseppe De Nigris: vita di un artista in viaggio
Pugliese di nascita, De Nigris iniziò a viaggiare per studio fin dall’età di sedici anni. Nel 1848, insieme all’amico pittore Vincenzo Dattoli, si recò a Roma dove però fu ben presto fermato per sospettata adesione alla Carboneria. Decise dunque di spostarsi a Napoli per frequentare l’Accademia di belle arti. Qui divenne allievo di Giuseppe Mancinelli, artista noto per i suoi lavori dedicati soprattutto a temi storici e religiosi. Con lui De Nigris apprese il metodo accademico che caratterizzò le sue prime tele.
Presso l’Accademia di Napoli studiò anche con Domenico Morelli, grande esponente della pittura storica napoletana del tempo. Grazie a questa formazione, De Nigris riuscì a esporre le sue opere ottenendo un certo successo. Incuriosito dalle scene di genere, negli anni ’60 si allontanò dall’impostazione accademica. Creò nature morte di grande valore, due di queste sono oggi esposte al The Wilson Art Gallery & Museum di Cheltenham.
Le esposizioni e Le impressioni di un quadro
Dagli anni ’60 fino agli ultimi anni di vita, Giuseppe De Nigris espose i suoi capolavori in tutte le più grandi città italiane ed europee tra cui Milano, Vienna e Venezia. Due delle sue opere più conosciute sono Le impressioni di un quadro del 1863 e Messa domenicale del 1877. La prima, oggi conservata in una collezione privata, raffigura degli spettatori affascinati davanti a una tela. Colpisce la capacità di nascondere un tema storico dietro una scena apparentemente quotidiana. Un piccolo bambino vestito con abiti da garibaldino, osserva insieme agli adulti un quadro che raffigura una battaglia.
Messa domenicale, il realismo della quotidianità
Il secondo grande capolavoro di De Nigris, Messa domenicale, mette in risalto l’attenzione dell’artista per il dettaglio realistico. L’architettura della chiesa porta i segni del passare del tempo, i personaggi sono abitanti giunti all’ultimo momento che non hanno fatto in tempo a trovare posto tra i banchi per la celebrazione. Si accalcano all’ingresso, chi sbircia dalla tenda, chi si siede su un gradino per recitare il rosario. Un contadino ha deviato il suo percorso verso il mercato, portando con se anche il mulo con i prodotti della terra.
Pur mantenendo sempre un legame con il contesto storico che gli apparteneva, Giuseppe De Nigris riuscì a cogliere le sfumature del quotidiano. Le sue opere sono il riflesso di diverse influenze, viaggi e amicizie. Attraverso il suo percorso artistico, si può intravedere con uno sguardo un pezzo di storia d’Italia.
di Flavia Sciortino
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