Secondo le statistiche pubblicate da MIA Market, lo scorso anno gli investimenti nel settore televisivo e cinematografico italiano hanno superato i 2 miliardi di dollari (2,2 miliardi di dollari), ma le modifiche al sistema di agevolazioni fiscali del Paese potrebbero rappresentare un cambiamento. I numeri del sesto rapporto annuale dell’Associazione dei produttori audiovisivi indicano che gli investimenti sono quasi raddoppiati dal 2017 e sono aumentati di 200 milioni di euro. Si tratta di un aumento dell’11% rispetto alla cifra dell’anno scorso. Tuttavia, le modifiche recentemente apportate al sistema del credito d’imposta potrebbero apportare “cambiamenti ed evoluzioni significativi” al settore produttivo locale, ha affermato oggi la presidente dell’APA Chiara Sbarigia. Nel complesso, l’APA ha dipinto un quadro ampiamente positivo della produzione italiana, con gli show televisivi che rimangono il segmento più forte. L’intrattenimento e altri generi non sceneggiati continuano a guidare il mercato, con produzioni per film in aumento del 21%, piattaforme video-on-demand del 16% e TV dell’8%. Le produzioni per un pubblico più giovane in particolare hanno avuto un anno forte, con una crescita del 70%.

Anche l’occupazione è cresciuta del 3,5% rispetto all’anno precedente, con spettacoli rivolti in particolare a un pubblico più giovane che hanno mostrato un aumento. Rai rimane il principale broadcaster in termini di messa in onda di produzioni originali, mentre Netflix e Paramount+ sono gli streamer in più rapida crescita in termini di titoli e ore di contenuti prodotti. I serial sono il genere più prodotto, seguiti dai programmi per adolescenti e dal genere poliziesco. I film in costume, i film biografici e le storie romantiche stanno guadagnando terreno, ha aggiunto il rapporto.

Le statistiche riportate dal MIA sulla produzione audiovisiva

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Il MIA al cinema Barberini. Foto da hollywoodreporter.it

Nel complesso, le statistiche APA mostrano che i ricavi del settore audiovisivo italiano hanno superato i 12 miliardi di euro, in aumento del 20% rispetto all’anno precedente. I ricavi della televisione hanno rappresentato 8,2 miliardi di euro, ovvero il 71% del mercato, con le piattaforme online (AVoD e Pay VoD) che hanno raggiunto i 2,8 miliardi di euro (24%) e il resto proveniente dal cinema, che ha registrato una forte ripresa dopo la pandemia. Serie High Concept come Supersex di Netflix, La legge di Lidia Poët di Prime Video e Mare fuori della Rai hanno reso l’Italia uno dei centri di produzione più in voga in Europa, con gli investimenti degli streamer che hanno dato impulso alle produzioni indipendenti locali e aziende come la Rai che continuano a essere forti investitori nelle produzioni originali.

Tuttavia, le regole sul sistema di rimborso locale sono state inasprite dopo un periodo di incertezza sul loro futuro, con il governo di Giorgia Meloni che ha affermato che la spesa dei contribuenti per il settore doveva diminuire. A livello internazionale, l’attraente sistema di agevolazioni fiscali per la coproduzione ha portato a situazioni come le riprese di The White Lotus nel paese, ma il governo ha riformato anche questo, limitando i pagamenti a 18 milioni di euro. “Nel 2024, il mercato audiovisivo italiano è entrato in una nuova fase di sviluppo“, ha affermato il capo dell’APA Sbarigia. “La crescita della domanda di contenuti e dei crediti d’imposta sono stati i principali motori del rafforzamento del settore negli ultimi anni e ora stanno subendo significativi cambiamenti ed evoluzioni.

Alessandro Libianchi

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