Il golf nel 2020: i tre momenti più virali sui social

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Di Redazione Metropolitan

Nel 2020 non ci sono stati solo momenti bui per il mondo del golf, anzi, quest’anno ha regalato diverse scene divertenti e particolari: presentiamo quindi tre dei momenti più rappresentati sui social del 2020 che, a qualcuno, potrebbero essere sfuggiti.

Bryson Dechambeau e gli animali

Bryson Dechambeau è per distacco il golfista più discusso di quest’anno, ma oltre alle sue performance si possono notare anche insoliti episodi. Primo tra tutti è stato il caso del TPC Southwind: nella gara di fine luglio il bombardiere finisce in una zona scomoda della buca 7, il lie è pessimo e Dechambeau si appella alla “regola 16.2.a” inerente agli “animali pericolosi”. Peccato che le belve in questione fossero delle formiche rosse. Queste ultime sono effettivamente citate nel regolamento insieme a: orsi, api, serpenti velenosi e alligatori. Il referee però non si è fatto intenerire, Bryson è quindi uscito dalla buca con un doppio bogey… e senza alcun morso.

La pazienza di Danny Lee

Meno divertente (ma sicuramente più vicino al golfista domenicale) è stato l’atteggiamento di Danny Lee allo U.S. Open di settembre. Il golfista neozelandese chiude il primo giro in par ed il secondo a +5, punteggio sufficiente per approdare al weekend. Lee si presenta alla buca 18 del sabato con un +2 di giornata e putta per chiudere in par da un metro e mezzo, inizia il disastro. Dopo il primo ed il secondo putt fuori buca, Lee spegne l’interruttore della pazienza e inizia colpire senza mira: sei putt gli costano un quintuplo bogey intenzionale. Lee si ritira dal torneo, ufficialmente, per un infortunio al polso.

Gli swing di Tiger e Charlie Woods

Infine, l’ultima situazione calda del golf nel 2020 è stata quella relativa a Charlie Woods, figlio di Tiger. La genuinità dello spettacolo che ci hanno offerto al PNC Championship e il risultato conseguito, un bel 7° posto, ha scatenato previsioni avventate. In realtà il fascino di queste suggestione, di un Tiger-bis, intriga parecchio: tanto da mettere lo swing dell’ 11enne Charlie vicino a quello di un giovane Tiger. Il risultato, invero, è sorprendente.

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