Google ha visto l’avvio di un’istruttoria da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza nei suoi confronti, nell’ipotesi della violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’UE, ovvero “abuso di posizione dominante.” Secondo l’Antitrust, Google riveste attualmente, in Europa, una posizione dominante nel mercato dei dati, tuttavia abusandone e impedendo il rispetto dei diritti dei consumatori: nello specifico, quello del pieno possesso e fruizione dei dati personali. Un comportamento tale che appunto potrebbe, secondo l’Autorità “comprimere il diritto alla portabilità dei dati personali“, limitando i benefici fruibili dai privati. Nel mirino il tentativo di Google di ostacolare “l’interoperabilità nella condivisione dei dati” tra la propria piattaforma e Weople, di Hoda, proprietaria di una banca di investimento dati.
Per l’Autorità Garante della Concorrenza, Google avrebbe ostacolato la portabilità dei dati dei propri utenti. Perché secondo l’Antitrust sta agendo slealmente
Non trasparente e di dubbia legalità alcune vicende relative all’operato di Google, secondo l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, che ha avviato un’istruttoria contro il colosso della comunicazione. La posizione dominante del colosso, sottolinea l’Antitrust, avrebbe impedito l’interoperabilità dei dati – ovvero, la loro “trasportabilità” da una piattaforma ad un’altra – nei confronti di Weople, app gestita da Hoda. Secondo l’AGCM tale impedimento può configurarsi come una compressione del diritto alla portabilità dei dati personali ex articolo 20 del Regolamento generale sulla protezione dei dati.
In altri termini, l’operato della multinazionale potrebbe risultare in una restrizione, sia del diritto dei consumatori a beneficiare della valorizzazione dei propri dati – tramite investimento -, sia alla concorrenza, in quanto fondamentalmente limita il diritto degli altri operatori a formare diverse soluzioni per la gestione dei dati, come quelle proposte da Hoda. La non-portabilità dei dati porterebbe alla creazione di un sistema di mercato monopolistico, in cui l’unico beneficiario sarebbe proprio Google, che ha aperto quel mercato, ma ne sta, secondo l’Antitrust, impedendo il pieno svolgimento pluralistico.
Alberto Alessi
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