Graham Hill e quel record chiamato Triple Crown

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Di Redazione Metropolitan

Graham Hill, un pilota per caso all’inizio, un record unico da battere alla fine: la conquista della Triple Crown, la Tripla Corona. Sono passati 48 anni da quel 1972 che vide Hill raggiungere un traguardo mai conquistato; un obiettivo che ad oggi in tanti hanno provato ma nessuno ancora ha raggiunto.

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Graham Hill – Photo Credit: F1 Twitter Account

Hill Triple Crown – La Formula 1

Graham Hill non è nato col sogno del pilota di F1; anzi all’inizio era più interessato al motociclismo. Poi, un po’ per caso, grazie a un annuncio pubblicitario, prova una Formula 3 e se ne innamora; un colpo di fulmine che gli fece prendere la strada giusta, quella che l’avrebbe portato in vetta. Laureato in ingegneria, Graham viene assunto da Chapman come meccanico; ben presto però il suo talento nauturale emerge e nel 1958 debutta al GP di Monaco. Una coincidenza iniziare in questo GP, visti i risultati ottenuti in seguito; 5 vittorie, come nessuno prima, record che solo Ayrton Senna riuscirà a battere, mentre Michael Schumacher lo eguaglierà e basta.

Due anni dopo Graham approda alla BRM, scuderia con la quale nel 1962 vince il suo primo titolo mondiale. Negli stessi anni partecipa anche ad altre corse automobilistiche; come per esempio la 500 miglia di Indianapolis, gara che vince nel 1966. Un anno dopo, nel ’67, Hill torna in Lotus aiutando il team nello sviluppo della numero 49; alla seconda stagione del ritorno, Hill è costretto a prendere in mano le redini della scuderia in seguito alla morte di entrambi i compagni. Così arriva il secondo titolo mondilale, un’eredità non semplice da portare sulle spalle.

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GP Monaco 1965 – Photo Credit: Motorsport Twitter Account

Graham Hill e la sua Triple Crown

Graham Hill amava definirsi un artista; una specie di lord inglese, sempre preciso ed ordinato in ogni suo aspetto. Una persona eclettica viste le tante passioni a cui negli anni si è dedicato; comprese le tante attività nel mondo dell’automobilismo. Hill infatti è l’unico, al momento, ad aver portato a casa la Triple Crown, un riconoscimento assegnato a chi vince il GP di Monaco, la 500 miglia di Indianapolis e la 24 ore di Le Mans. Qualcuno sostituisce Monaco con il titolo mondiale in F1, ma anche in questo caso il risultato sarebbe identico, perché nessuno ha eguagliato questo record. 

Piloti come Juan Pablo Montoya, Jacques Villeneuve e Fernando Alonso sono vicini a raggiungere questo obiettivo; ai primi due manca la 24 ore di Le Mans, conquistata ben due volte invece dallo spagnolo, a cui serve la vittoria alla 500 miglia. Graham Hill ha completato la corona nel 1972, non senza fatica, non senza dolore; quel girono infatti era venuto a mancare l’amico Bonnier. Un peso enorme, già vissuto da Graham quando in Lotus erano mancati sia Clark che Spence; un dolore trasformato in onore, vittorie conquistate per la memoria di chi andandosene gli aveva lasciato l’arduo compito di vincere.

Hill Triple Crown – L’eredità del lord 

Un uomo che certamente non ha mai mollato, non si è mai arreso, nemmeno di fronte alle sfide impossibili. Tra queste, il suo ritorno alle corse in seguito al brutto incidente al GP egli Stati Uniti nel ’69; due gambe rotte, carriera rovinata, finita. Hill però torna, prova, non ha successo ma vincere in alcuni casi non vuol dire solo salire sul gradino più alto del podio. Un incidente per un pilota è indimenticabile, non conta quanto sia pericoloso; il segno che lascia non è evidente, ma è lì, nascosto, sempre in agguato. Tanti piloti cambiano; il ricordo, la paura, il dolore sono elementi pronti a riaffiorare in ogni situazione.

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Graham Hill – Photo Credit: F1 Twitter Account

Anche Hill sicuramente apparve cambiato, ma salì in macchina, provò lo stesso, nonostante camminasse ancora a fatica. Non ebbe tanti successi a livello di risultati, ma affrontare la paura in quel caso valeva più di una vittoria. Graham Hill decise quindi di fare il costruttore, prima con telai Shadow, poi Lola, infine i suoi, sviluppando un progetto che porterà il suo nome. Fece anche lo scirttore, l’attore e il pilota di aerei; sempre a suo agio, con quel fare da simil nobile che gli si addiceva completamente. Un uomo affascinante e posato; sempre in cerca di un nuovo stimolo da aggiungere al suo già brillante curriculum. 

Proprio una di queste sue passioni lo portò alla morte nel novembre del ’75 quando l’aereo da lui pilotato si schiantò di ritorno dal Paul Ricard. Uno scherzo del destino quasi scritto per una persona sempre in cerca di novità, di adrenalina, di emozioni. Graham Hill è stato uno dei grandi signori nel mondo delle corse automobilistiche; per i mondiali in F1, per le vittorie, per le sconfitte, per le pesanti eredità sulle sue spalle. Per la Triple Crown, la sua Triple Crown e di nessun altro per ora. Un obiettivo unico così come unico è il pilota che l’ha lasciato come eredità.

Beyond The Race: Rivoluzione Ferrari

Quasi 50 anni dopo il titolo conquistato da Hill, parliamo di rivoluzione Ferrari e non solo. Ecco la puntata di Beyond the Race andata in onda una settimana fa sulla nostra pagina Facebook.

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