“Green Book”, la recensione del film: oltre ogni pregiudizio

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Di Giorgia Labrozzi

“Green Book”, la recensione di una commedia drammatica basata su una storia vera. Un film che riesce a far ridere ma anche riflettere su un’America retrograda degli anni Sessanta. Un film che parla di razzismo ma anche di ogni tipo di pregiudizio. È un lavoro di decostruzione degli stereotipi e fondamentalmente un abbattimento di ogni barriera invisibile. Vengono raccontati dei preconcetti culturali senza cadere nella semplice retorica.

“Green book”: la recensione del film stasera in tv

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Siamo nel 1962. Tony Vallelonga (Viggo Mortensen) lavora in un night club che a causa di lavori di ristrutturazione deve chiudere per due mesi. Trova così un impiego come autista e guardia del corpo di Don Shirley (Mahershala Ali), il pianista nero più famoso dell’epoca. I due partono così per la Tourneé in giro per l’America, aiutati dal “green book”, la guida turistica per persone di colore. Un libro contenente tutti i luoghi dove rifocillarsi senza incappare in problemi con i bianchi razzisti.

La pellicola riesce a mescolare la commedia e il dramma con maestria. Senza cadere nella retorica lancia un messaggio importante: superare i pregiudizi. Si sottolinea l’importanza dell’amicizia e del rispetto reciproco. Tony e Don riescono ad accorciare le distanze e a comprendersi a vicenda attraverso un viaggio, reale e metaforico. Il film viene, infatti, impostato come un dinamico road movie all’insegna della scoperta di loro stessi. Don Shirley in uno sfogo improvviso pronuncia infatti una frase che racchiude l’intero film:

“Se non sono abbastanza bianco e non sono abbastanza nero, e non sono abbastanza uomo… Allora cosa sono?”

Il film esce nel 2018 e ottiene ben tre premi Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura originale e miglior attore non protagonista a Mahersala Ali. Peter Farrelly, il regista, dopo aver conquistato il pubblico con Scemo & + scemo e Tutti pazzi per Mary è riuscito a creare di nuovo un piccolo capolavoro. Esilarante e riflessivo allo stesso tempo.

Giorgia Labrozzi

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