Green Book ha vinto L’Oscar come miglior film ma non è stato esente da critiche. Duro l’attacco di Spike Lee e della famiglia di Don Shirley. Ecco cosa è successo

Green Book- L’attacco di Spike Lee

La vittoria di Green Book non è andata giù a Spike Lee che ha minacciato di lasciare la sala durante la notte degli Oscar. “Credevo di essere al Madison Square Garden con gli arbitri a fare una “chiamata” sbagliata. Sembrava uno scherzo”, ha detto il noto regista molto stizzito per la decisione dell’Academy. Questo perché Lee era d’accordo con molte delle critiche mosse negli Usa a Green Book accusato di essere un film tradizionalista in cui l’uomo bianco salva quello nero che non può farcela da solo offrendo una visione molto edulcorata del tema del razzismo in America. In questo film, come pure in A spasso con Daisy che vinse l’Oscar, sembra che il razzismo si possa risolvere esclusivamente sul piano della relazione tra un individuo nero e uno bianco che finiscono con l’apprezzarsi a vicenda. Visione totalmente agli antipodi con il black power del cinema di Spike Lee che per questo avrebbe avuto una reazione così scomposta. Del resto anche alcuni membri afroamericani del suo film BlacKkKlansman non hanno applaudito al momento della proclamazione di Green Book.

Green Book vince l'Oscar non senza critiche
immagine tratta da santieriselvaggi.it

Green Book- la famiglia di Don Shirley dice no

Green Book racconta la storia dell’amicizia tra il guardaspalle e autista Tony Lip e il pianista di colore Don Shirley nell’America degli anni 60’. I familiari del pianista non hanno molto gradito il film anzi in un’intervista di poco tempo prima degli Oscar, hanno affermato che Green Book è una “sinfonia di menzogne”. Per la famiglia di Shirley l’amicizia tra i due protagonisti non sarebbe mai esistita. Maurice Shirley, fratello di Don, ha pure affermato che il musicista avrebbe licenziato l’autista come tutti gli altri. A questo si aggiungono alcuni elementi della trama, come l’estromissione dalla famiglia del protagonista e la sua messa in discussione delle origini afroamericane, che non sarebbero state graditi alla famiglia di Shirley. Una nipote del pianista ha inoltre affermato che la sua famiglia ha scoperto dell’esistenza di un film su Shirley da un post su Instagram dell’attore Maershala Ali che poi si sarebbe scusato per non parlato prima con gli Shirley della lavorazione del film. Anzi lo stesso Don Shirley, scomparso nel 2013, secondo la famiglia, avrebbe negato a Nick Vallelonga, sceneggiatore e figlio di Tony, il permesso di fare questo film per trent’anni.