Al momento il green pass, o certificazione verde Covid-19, non è richiesto per gli spostamenti tra regioni, in quanto tutta Italia è zona bianca e non ci sono zone arancioni o rosse. Tuttavia presto le regole potrebbero cambiare. Nulla è stato ancora deciso, ma l’ipotesi è che presto green pass sarà obbligatorio per salire su treni a lunga percorrenza, navi, aerei e pullman. Per l’accesso a questi e ad altri luoghi a rischio affollamento e contagio, bisognerà dunque dimostrare di essere vaccinati, aver fatto un tampone con esito negativo nelle ultime 48 ore o essere guariti dal Covid. La novità rispetto alla norma attuale sarebbe che il green pass servirà per viaggiare in Italia, e non solo per andare all’estero, tranne ovviamente se ci si sposta col proprio mezzo.

Tra al massimo due settimane, quindi, si parlerà di obbligo del green pass sui mezzi di trasporto e inizialmente la certificazione dovrebbe valere solo per le tratte di lunga percorrenza.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, è probabile che una decisione verrà presa ancora più avanti. Un’ipotesi è che il green pass servirà anche su metropolitana, bus, tram da settembre, ma non mancano le perplessità sull’effettiva applicabilità della misura sui mezzi di trasporto cittadini.

Per lo stesso motivo fanno eccezione i treni regionali, dove non è possibile prevedere l’obbligo di green pass per questioni di logistica, visto che sono frequentati quotidianamente da lavoratori pendolari e studenti. Più che green pass obbligatorio, la soluzione sarebbe ridurre ulteriormente la capienza in modo da garantire le distanze interpersonali tra i passeggeri.

Al momento il green pass in Italia, o certificazione verde Covid-19, serve per partecipare a grandi eventi pubblici, matrimoni e cerimonie private, per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in zona rossa o zona arancione e sul territorio nazionale viene accettata anche dopo aver ricevuto solo una dose.