Gustav Klimt, esponente di punta del Secessionismo viennese, di cui fu lui stesso artefice, è un personaggio di rottura per la pittura dei primi anni del ‘900. Le sue opere si caratterizzano per il tratto morbido e le curve armoniche dei soggetti rappresentati. Astrazione, eleganza e decorazione.
Lo vogliamo ricordare oggi, 14 Luglio, nel giorno della sua nascita, con un articolo dedicato ad alcuni dei suoi lavori più significativi.
Gustav Klimt, una vita a cavallo tra ‘800 e ‘900
Klimt nasce il 14 luglio 1862 a Buamgarten, vicino Vienna. A quattordici anni inizia a frequentare la Scuola d’Arte e Mestieri della capitale. Secondo di sette fratelli, Gustav, insieme a Ernst e Georg, intraprende la carriera di pittore. Inizia ufficialmente la carriera di artista realizzando decorazioni pittoriche di diversi edifici pubblici. Nel 1892 però,muore il padre e solo qualche mese più tardi anche il fratello minore Ernst chesi spense improvvisamente. Inizia un periodo duro per Klimt, sia economicamente che moralmente. Sempre in quegli anni, però, il pittore conosce Emilie Flöge, che sarebbe stata accanto a lui fino alla sua morte, nonostante i ripetuti tradimenti di quest’ultimo.
Verso la fine dell’Ottocento, con la prima mostra del 1898, nasce il movimento artistico della Secessione Viennese, di cui Klimt fu il presidente. La Secessione Viennese è un’associazione di diciannove persone, tra cui architetti e artisti di vario genere, che intrapresero una strada autonoma, libera dal pensiero accademico viennese degli anni Trenta.
A testimoniare quanto Klimt si distaccasse effettivamente dai canoni della pittura tradizionale, c’è l’episodio dell’Aula Magna. Nel 1894, l’Università di Vienna commissiona all’artista la decorazione del soffitto dell’aula magna sul tema illuminista del trionfo della Luce sulle Tenebre. I tre pannelli, andati purtroppo distrutti in un incendio, furono contestati dai committenti, per la troppa sensualità dei corpi raffigurati.
Tra il 1900 e il 1903 l’artista visita due volte Ravenna, e rimane incantato dall’oro dei mosaici. Decide così di esperire fino in fondo le potenzialità del metallo prezioso. Inizia così il suo periodo d’oro, che coincide con la sua piena maturità creativa. Il periodo aureo di Klimt si conclude però nel 1909 con il quadro “Giuditta II”. Nel 1911 Klimt riceve il primo premio dell’Esposizione Internazionale di Arte di Roma per “Morte e vita”. Al ritorno da un viaggio in Romania, l’11 gennaio 1918, viene colpito da un ictus. Muore il 6 febbraio del 1918 a Neubau.
“Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio“
Linee eleganti e morbide, bidimensionalità delle forme e colore, queste le caratteristiche principali dello stile di Gustav Klimt. Il pittore attraversa diverse fasi artistiche. La prima, a cavallo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 vede Klimt esprimersi in opere stilisticamente accademiche ma con temi che già lasciano intravedere il suo estro.
Centrale nei lavori di Klimt è comunque sempre, la figura femminile. Anche quando rappresentano figure allegoriche, le donne sono visibilmente ritratte da personaggi della vita quotidiana. Alcune volte si tratta di prostitute che vengono raffigurate con acconciature vaporose e trucco pesante, oppure sono rappresentate come femmes fatales, dai cui volti traspare una forza interiore straordinaria.
Eleganza, sensualità, evanescenza: nelle opere di Gustav Klimt riecheggia la voce delle atmosfere magiche della “Belle Epoque”. In questa seconda fase stilistica, il periodo aureo, Klimt sviluppa uno stile ricco e complesso ispirandosi spesso alla composizione dei mosaici bizantini, studiati a Ravenna. Nel corso degli studi Klimt acquista un insegnamento accademico basato principalmente sullo studio del nudo e dell’ornato e in questa fase lo esprime al massimo nei suoi dipinti.
Questa fase si conclude nel 1909. Da questo momento in poi inizia la fase matura del pittore, stilisticamente parlando. Nelle opere più mature dell’attività artistica di Klimt, si verifica l’abbandono dell’uso dell’oro, per andare incontro a una pittura meno vistosa e più immediata. I colori diventano più accesi e forti e lo stile liberty viene completamente abbandonato.
Klimt amava dipingere le donne
“Di me non esiste alcun autoritratto. Io non mi interesso della mia persona come oggetto di pittura, mi interessano di più le altre persone, soprattutto se di sesso femminile, ma ancora di più mi interessano altre forme. Sono convinto che la mia persona non sia particolarmente interessante. Sono un pittore che dipinge proprio tutti i giorni, dalla mattina fino alla sera. Figure e paesaggi, un po’ meno i ritratti.“
La sensualità femminile è un tema estremamente ricorrente nell’opera di Klimt. Da questo punto di vista il pittore è un innovatore, perché quello da lui proposto non è un nudo fine a sé stesso, come già rappresentato da tanti artisti nel passato, ma trattato in maniera allusiva, con sfondo ed allusioni puramente erotiche e sessuali. Gli anni in cui opera Klimt sono quelli in cui prendono piede le idee di Freud sulla psicoanalisi.
Freud sosteneva che il vero motore della psiche umana fosse l’istinto di sopravvivenza e dunque l’istinto sessuale. Sul piano conscio questi impulsi sensuali vengono repressi in qualche modo dalla società, mentre essi hanno libero sfogo a livello inconscio e danno origine a determinati comportamenti inconsci.
L’artista nell’opera vuole comunque chiaramente tradurre i momenti più significativi della vita umana e i loro risvolti psicologici attraverso figure evanescenti e rarefatte, cariche di intensità metaforica.
Ilaria Festa
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Rivista Digitale n.03