Oggi, 23 Settembre, moriva Sigmund Freud, padre della psicanalisi. Medico, neurologo, fu il primo ad identificare nell’inconscio, la sede degli istinti e dei desideri. Nei conflitti irrisolti, trovò invece la causa di nevrosi e isterie. Nonostante Freud oggi abbia il posto più importante fra le correnti teoriche e pratiche della psicologia, e le sue teorie siano oggetto di studio continuo, in vita il suo lavoro non venne apprezzato.
Egli rovesciò quelle che erano convinzioni millenarie. Fino ad allora, infatti, la psiche era materia impenetrabile alla ragione, e i suoi processi, slegati da lesioni fisiche, erano considerati incurabili. Freud, di contro, ne fece il punto di vista da cui partire per la cura del paziente. Fu inoltre un antesignano della pet therapy. Avendo infatti constatato, che la presenza del suo cane predisponeva meglio i pazienti alla terapia, lo considerò essenziale al suo lavoro, e lo tenne sempre accanto durante le sedute.
La vita, la formazione
Sigmund Freud nasce a Freiberg in Moravia (l’attuale Repubblica ceca) il 6 Maggio del 1856. A soli 4 anni poi, si sposta con la famiglia a Vienna, dove il padre commerciava lana. Nonostante un’educazione da ebreo laico, Freud, inizia giovanissimo a studiare la Bibbia, la storia e le tradizioni del suo popolo. Questo non gli impedirà di definirsi per tutta la vita ateo. A soli 17 anni, si diploma, e nel 1881 si laurea in Medicina e Chirurgia. Per un certo periodo si dedica alla pratica clinica, lavoro che gli consentirà di sposare Martha Bernays dalla quale ebbe 6 figli; solo la figlia Anna, seguìrà le sue orme.
Determinante per lui, fu la collaborazione con Josef Breuer, quest’ultimo al quale lui attribuiva la vera paternità della psicanalisi, aveva notato come l’ipnosi potesse risultare utile nel contenimento dei sintomi isterici. Breuer, infatti, usava l’ipnosi come strumento per far ricordare ai pazienti episodi spiacevoli dimenticati, neutralizzando così la carica emotiva negativa connessa all’avvenimento, che continuava ad agire nel presente. Freud arrivò cosi alla conclusione che alla base dei sintomi nevrotici non c’erano problemi organici, ma un conflitto che operava aldilà della sfera cosciente del soggetto, tra forze inconsce. Tale studio della mente, che nello specifico riguarda appunto l’inconscio, da vita a quella che chiamiamo ancora oggi psicanalisi.
La psicanalisi
Con il superamento del metodo ipnotico attraverso l’indagine di quei processi mentali inaccessibili alla coscienza, avente come scopo la cura delle nevrosi, nasce il metodo psicanalitico freudiano. La tecnica delle associazioni libere sul quale si fondava, consisteva nel far rilassare il paziente il più possibile, sdraiato su un lettino, facendolo abbandonare ai suoi pensieri fino ad arrivare al “rimosso”. Il successo dell’analisi è frutto di un lavoro combinato fra medico e paziente, e risulta davvero efficace, quando si genera un transfert. Quest’ultimo è quel sentimento di fiducia e attaccamento che il paziente sviluppa nei confronti del medico; sentimento capace di sfociare addirittura nell’innamoramento, e che consente al paziente di aprirsi e dire e fare cose che altrimenti gli sarebbero sembrate impossibili.
Ad aiutare l’analisi e il processo di guarigione diventerà fondamentale l’interpretazione dei sogni, dove Freud fissa l’esistenza dell’inconscio e la strada per accedere a quei contenuti rimossi traendone significati attuali. Secondo Freud , spesso i pensieri e le esperienze sono così dolorosi da essere considerati insopportabili e per questo sono banditi dalla mente e dalla coscienza, ovvero rimosse. In questo modo costituiscono l’inconscio. Il concetto di rimozione è in sé un atto non-cosciente, poiché costituito da pensieri o sensazioni non dipendenti dalla volontà.
Freud e Jung
Il rapporto che Freud ebbe con Jung, padre della psicologia analitica, è un altro dato biografico importante. I due infatti, inizialmente ebbero un rapporto talmente idilliaco da essere a sua volta psicanalizzato. Jung fu considerato affetto dal complesso di Edipo nei confronti del suo padre professionale. La rottura fu poi determinata da una visione diversa e più allargata da parte di Jung dei processi dell’inconscio. Freud, considerava la pulsione sessuale come il motore dello psichismo e quindi di qualsiasi manifestazione umana; Jung, dal canto suo, considerava la sessualità solo una delle forze motrici dell’inconscio che, a sua volta ne conteneva diverse e di diversa natura.
La guerra, la malattia, la morte
Durante la seconda guerra mondiale si trasferisce a Londra. A Berlino, intanto, i Tedeschi in un tristemente famoso rogo, avevano bruciato i suoi libri. La sua colpa oltre a quella di essere ebreo, consisteva nell’essere stato protagonista di una strenua resistenza all’avanzata del nazismo. Già malato di cancro alla bocca, dopo aver convissuto 16 anni con la malattia, al punto da aver subito anche l’asportazione della mascella,si farà aiutare a morire dal suo medico. Alla morte anche della figlia Anna, la sua casa di Londra è stata trasformata in un museo. Freud è morto: la psicanalisi è viva.
Cristina Di Maggio
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