Hades, l’avventura Roguelite di Supergiant Games (oggetto di questa recensione) approda, dopo un periodo decisamente lungo di esclusività console su Switch, anche su PS5 e Xbox Series X/S. Scrivere una recensione che consideri esclusivamente il porting in senso stretto, però, sarebbe riduttivo. Difatti, vi anticipo fin da ora che l’esperienza in game è la stessa, medesima, tale e quale di quella che avete avuto modo di provare fino ad oggi su hardware Nintendo e su PC; priva di skin aggiuntive, nuovi livelli/stanze/nemici/boss, e ci mancherebbe altro.
Hades è nato ed è stato distribuito completo al 100% in ogni sua componente, come del resto lo sono stati anche i precedenti capolavori Indie di SuperGiant, Bastion e Transistor. Al netto di ovvi miglioramenti estetici, per i quali è d’uopo ringraziare l’hardware più performante delle console fisse Microsoft e Sony, Hades non si scompone, non si emoziona e non cambia. Resta, quindi, un’esperienza da provare assolutamente se si è fan del genere Rogue, degli action in generale, o anche solo amanti dello stile fumettoso con cui i dev hanno tratteggiato l’inferno greco e il pantheon olimpico.
Hades PS5 Recensione, game of the year
Del resto, c’è una buona ragione se Hades è stato eletto a game of the year da numerose testate di settore sia nazionali che internazionali. E se persino premi prestigiosi lo hanno accostato, da Indie, a produzioni più blasonate, costose e persino attesissime come The Last of Us 2. Senza nulla togliere a nessuno, il feeling arcade che Hades riesce a comunicare con efficacia sopraffina lo fa assurgere all’Olimpo, è il caso di dirlo, degli immortali titoli mordi e fuggi. Titoli, che hanno fatto la storia del media videoludico; e che hanno intrattenuto e tutt’ora intrattengono milioni di player in tutto il mondo.
Less is More si dice, e infatti Hades fa dell’arte direction semplice ma ispirata, e di un gameplay immediato e frenetico i suoi punti di forza assoluti. Come se ci fosse qualcosa, in Hades, che tiene incollati Run dopo Run, morte dopo morte, in un circolo delizioso, non vizioso.
Al punto che viene da chiedersi: è forse Hades, insieme a The Binding of Isaac, Dead Cells ecc., una delle ragioni per le quali il genere Rogue Lite e Rogue Like sta nuovamente spopolando nel mondo videoludico? Oppure è grazie a una rinnovata attenzione dei videogiocatori nei confronti del gameplay puro, scevro (quasi del tutto) da velleità narrative o morali, che il Rogue di ogni tipologia si è nuovamente fatto strada nelle console e nei PC di nuova generazione? E’ come chiedersi se sia venuto prima l’uovo o la gallina: non esiste una risposta del tutto esatta.
Anche perchè Hades non si limita a far giocare il player con le sue mille abilità, armi dal moveset unico e spettacolare; nemici base e Boss sempre cattivissimi, ma mai “sleali” (la difficoltà artificiale non esiste in Hades). Ma condisce questo ben di Dio (o di Dei i questo caso) ludico con un design di personaggi secondari, divinità, ambientazioni ed oggetti vari che nasconde una lore ben precisa; ispirata, com’è ovvio, alle leggende mitiche e alla Grecia antica, ma coniugata attraverso un linguaggio modernissimo e un approccio narrativo fresco e frizzante.
Il pinnacolo (recente) dei Rogue Lite
Tuttavia, non sarà per la storia degli Dei greci rivisitati che incontrerete, o per le vicissitudini e volontà del protagonista che vi approcciate ad Hades. Bensì, sarà l’azione pura, la frenesia degli scontri casuali nelle molteploici stanze e nei vari piani dell’Ade a far da padrona nel corso della vostra salita verso la cima dell’Olimpo. Una lunga salita, considerando il genere Roguelite; però mai frustrante, grazie ad un sapiente bilanciamento della difficoltà. Chiaro, non passeggerete inermi in prati fioriti lanciando bacetti ai demoni che vogliono farvi la pelle. E servirà una buona dose di riflessi, adattamento ai potenziamenti e fortuna per portare a compimento la vostra prima Run.
Tuttavia, rispetto a titoli come Returnal (per citare un esempio recentissimo) la sensazione è che il giocatore sia lasciato molto meno in balia del chaos; dotato di vari strumenti di controllo indiretti sulla direzione da far prendere alla build del personaggio. In particolare, la scelta della stanza verso cui dirigersi dopo ogni clean-up dei nemici nella precedente è utile una volta compresa l’entità dei doni (power up) che ogni divinità regala a Zagreus. E alle sinergie tra doni e arma, e ancora tra moveset, mosse speciali e trasformazioni che sfaccettano il prisma di possibilità offerte al giocatore.
Nel corso delle mie Run, ad esempio, ho particolarmente apprezzato l’arma SCUDO, che vi trasforma in novelli Captain America e vi permette di sinergizzare meravigliosamente con i power up che infliggono danno passivo quando colpite i nemici. Lo Scudo, infatti, rimbalza tra gli avversari colpendo automaticamente con ogni colpo più di un mob. E, quindi, infliggendo a ciascun nemico colpito lo status alterato; letale e scenografico, cosa volere di più? Proprio la scelta dell’arma a inizio Run, infine, offre al player lo strumento di controllo più distante dal concetto di Roguelike puro in Hades, garantendo una maggiore varietà di approcci fin dall’inizio della partita, e portando il giocatore a desiderare di “masterare” l’uso di un’arma piuttosto che di un’altra, provando di volta in volta build diverse anche in funzione dei diversi moveset.
Hades PS5 Recensione, in conclusione: funziona, e basta
Noterete che, in questa recensione di Hades per PS5, ho parlato molto del gioco in sè, e poco della conversione. Questo perchè, l’ho anticipato nell’intro, si tratta di una pura trasposizione 1:1 del gioco che in tanti hanno amato; e ancora di più potanno amare adesso che è possibile giocarlo su PS5, come abbiamo fatto noi. O su Xbox Series X/S e PC, VOLENDO abbonandosi al GamePass, di cui Hades fa ormai parte stabile.
I 60 FPS e la risoluzione aumentata del gioco non possono, infatti, definirsi come vere e proprie features aggiuntive del porting. Sarebbe stato strano se il gioco non avesse girato meglio su PS5, rispetto a come fa su Switch no? Lodando ancora una volta il lavoro di SuperGiant Games, non possiamo che valutare con un “near perfect score” Hades e la sua carica di azione, epicità e sfida. Mai ingiusta, e sempre stimolante dopo ogni run. Da provare almeno una volta, per non perdersi uno degli Indie migliori della nostra generazione Videoludica.
HADES PS5 RECENSIONE | TESTATO SU PS5
+ Il miglior RogueLite in circolazione
+ Stile accattivante, gameplay magnetico
+ Trama (per chi volesse approfondire Lore) funzionale e mai invasiva
– Hades non è un gioco per button smashers (lo diciamo nella sezione dei punti negativi, ma forse poteva stare anche in quella dei positivi, suvvia)