Speciale Halloween: le sconvolgenti origini di “Le colline hanno gli occhi”

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Di Chiara Cozzi

In questa rubrica abbiamo già incontrato Wes Craven quando abbiamo parlato delle vere origini di Scream; oggi l’immortale regista ci prende nuovamente per mano e ci accompagna nella Scozia del XVI secolo, sulle tracce di un clan di serial killer a metà tra realtà e leggenda e che ha ispirato la famiglia di Papà Giove di Le colline hanno gli occhi.

La caverna di Sawney Bean

Sawney Bean in un'illustrazione presa da © wikipedia.org
Sawney Bean in un’illustrazione presa da © wikipedia.org

Sawney Bean si allontanò molto giovane da casa e insieme a una donna, Agnes Black, forse una prostituta, si stabilì in una caverna sita sulla costa dell’Ayrshire meridionale, rimanendovi per 25 anni e sopravvivendo aggredendo e derubando i viandanti.
La storia, fin qui, sembra un classico racconto di predoni che terrorizzavano i viaggiatori, ma c’è dell’altro: il piccolo nucleo formato da Sawney e Agnes ben presto si allarga, diventando un vero e proprio clan composto da 50 persone. Non basta: i malcapitati che passavano per la zona venivano uccisi, fatti a pezzi e spesso divorati; il totale delle vittime ammonta a più di 1000 persone.
Il clan Bean riuscì a nascondersi agli abitanti dell’Ayrshire per un quarto di secolo, fin quando non vennero scoperti grazie a un sopravvissuto e giustiziati.

Le colline hanno gli occhi e il clan mutante

Plutone in "Le colline hanno gli occhi" © crediti fotografici: zimbio.com
Plutone in “Le colline hanno gli occhi” © crediti fotografici: zimbio.com

Le colline hanno gli occhi segue la stessa linea narrativa della storia di Sawney Bean: una famiglia, i Carter, si avventura lungo una strada, venendo assalita dal clan mutante di Papà Giove. Si tratta di una famiglia di cannibali selvaggi che aggredisce chiunque si avventuri in quella zona del deserto del Nevada, dove ha deciso di nascondersi al resto del mondo continuando a compiere indisturbata terrificanti eccidi.

Seguendo gli stilemi narrativi di Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi offre un ottimo spunto di riflessione sulla psicopatia e l’emarginazione. Il clan si è isolato non solo perché ha abitudini barbare e fuori dal normale, ma anche perché l’aspetto dei componenti è singolare. In una società sempre più attenta e critica riguardo l’apparire, Papà Giove, Plutone e gli altri sarebbero stati lo zimbello della città.
L’isolamento rappresenta per loro l’unico modo possibile di vivere come meglio credono, nonostante ciò travalichi ogni limite etico e morale, poiché lontani da occhi indiscreti e da giudizi superficiali.

Per approfondire:
Le Colline hanno gli occhi 2 è una storia vera?
“Trick or Kill”: lo squartatore di Gainesville che ha ispirato “Scream”

Crediti fotografici: cinapse.co; wikipedia.org; zimbio.com

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CHIARA COZZI