Tra le montagne del Colorado si nasconde l’Overlook Hotel, un grande albergo in cerca di un custode per l’inverno. Ad ottenere l’impiego è Jack Torrence (Jack Nicholson), che lì si trasferisce insieme alla moglie e al figlio. Il resto è storia. Della letteratura, del cinema, e del nostro immaginario collettivo. Uscito nelle sale nel 1980, Shining di Stanley Kubrick è un capolavoro indiscusso.
Tutti ricordiamo i lunghi vagabondaggi del piccolo Danny con il suo triciclo, i misteri che nasconde la stanza 237, e l’apparizione delle raccapriccianti gemelle. E ancora Jack che nel tentativo di scrivere un romanzo degenera nella follia, fino a dare il via ad un’orribile caccia all’uomo prima all’interno dell’hotel e poi all’esterno, dove la neve ha ricoperto la struttura e i dintorni bloccando i personaggi in un incubo senza fine.
La struttura dietro l’hotel di “The Shining”
Stephen King si trovava nella camera 217 dello Stanley Hotel quando cominciò a scrivere il romanzo, nel 1973. Anzi, fu proprio quel soggiorno a ispirargli l’ambientazione e la storia di uno dei suoi horror più celebri. Oggi l’edificio ospita anche un tour per gli appassionati di fantasmi e del soprannaturale. Eppure, non è stato questo l’edificio di cui Kubrick si è servito per girare gli esterni del suo capolavoro.
La struttura utilizzata fu infatti il Timberline Lodge, in Oregon. Gli interni furono invece ricostruiti in studio, per scelta del regista. Kubrick aveva bene in mente gli spazi che avrebbero fatto da sfondo alle orribili vicende. E fece così costruire corridoi che sembrano interminabili e stanze ampie che risultano al tempo stesso soffocanti per lo spettatore, perché è lì che tenta di consumarsi la furia omicida di uno dei protagonisti dei nostri peggiori incubi.
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Manuela Famà