Harry Potter e la Pietra Filosofale è un caposaldo del cinema fantasy degli ultimi vent’anni, primo capitolo di una saga di libri e film che continua a far sognare vecchie e nuove generazioni. La particolarità di Harry Potter è quella di crescere insieme ai fan, elemento che ha contribuito tantissimo a fidelizzare il pubblico creando affezionati di tutte le età.
Immergiamoci dentro il film e scopriamo alcuni dettagli sulla realizzazione del primo capitolo di una delle saghe più amate di sempre, nonostante le controversie degli ultimi tempi.
Harry Potter e la Pietra Filosofale: noi siamo Harry e Harry è noi
La prima cosa che salta all’occhio è il fatto che Harry Potter si trova di fronte a un mondo del tutto nuovo e strabiliante a cui guarda con continuo stupore, tipico dei bambini. La pellicola infatti si concentra proprio su questa dimensione di scoperta all’interno della quale si inseriscono anche gli spettatori, che condividono l’entusiasmo e la sorpresa del protagonista. A rafforzare questa idea c’è una fotografia coloratissima, che allo stesso tempo rappresenta un mondo ancora esente dal male (man mano che il Signore Oscuro avanzerà, infatti, i colori verranno sempre meno, come se un grigio male fosse perpetrato in ogni aspetto della vita quotidiana).
Una dei primi personaggi che incontriamo è il mezzo gigante Hagrid, interpretato da Robbie Coltrane. C’era ovviamente la necessità che interloquisse con gli altri personaggi, ma doveva sembrare davvero tanto imponente. Si scelse perciò di usare come controfigura l’ex giocatore di rugby Martin Bayfield, alto più di due metri; essendoci a tutti gli effetti due Hagrid, il comparto tecnico-artistico, guidato da Stuart Craig, dovette creare dei doppi oggetti. Esistono perciò delle versioni standard della capanna, della motocicletta e dell’ombrello-bacchetta, adatte a Coltrane, e delle versioni più grandi adatte a Bayfield, che facevano sembrare tutti gli altri personaggi davvero minuscoli.
Dal ripostiglio del sottoscala in Privet Drive n°4 a Little Whinging, Surrey…
Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo da dove comincia questa storia, e cioè al numero 4 di Privet Drive dove Harry vive con i Dursley, gli zii Babbani. Vista la singolarità che Harry ha dimostrato fin da piccolo a causa delle sue origini, viene confinato a dormire nel ripostiglio del sottoscala, dove entrano a malapena un letto e delle mensole. Forse non tutti sanno che quel ripostiglio è il set più piccolo creato in tutta la saga, spoglio e austero in confronto alla casa dei Dursley, stucchevolmente arredata.
Ma per Harry le cose sono destinate a cambiare: alla soglia del suo undicesimo compleanno inizia a ricevere le famose – e agognate – lettere per Hogwarts. Per far sì che le buste fossero effettivamente portate dai gufi, ognuna venne stampata su una carta leggerissima, cosa che permise anche che svolazzassero da una parte all’altra del soggiorno dei Dursley.
… attraversando Diagon Alley…
Prima di recarsi a Hogwarts, Harry deve fare scorte di tutto ciò che serve per affrontare l’anno scolastico: Diagon Alley. Per realizzarne le strade e gli edifici, gli scenografi si sono ispirati alla Londra descritta da Dickens nei suoi romanzi, mentre per i costumi dei maghi e delle streghe agli abitanti della Città di Smeraldo de Il Mago di Oz.
Prima di fare acquisti Harry si reca alla banca Gringott, dove fa il pieno di falci e galeoni. Le migliaia di monete che vediamo all’interno della camera blindata dei Potter furono inizialmente realizzate in metallo, ma poiché continuavano a sparire si scelse di realizzarle solo in plastica da quel momento in avanti.
Monete in tasca, Harry può finalmente acquistare una bacchetta magica. Come ben sappiamo, avvertiti dal mercante di bacchette Olivander, ogni mago e strega ha la propria, personale, unica bacchetta. Secondo tradizione, dunque, anche tutte le bacchette presenti nei film sono diverse le une dalle altre, e ogni attore o attrice che interpretava un mago o una strega ne aveva una strettamente personale.
… a Hogwarts
Hogwarts sorge in un imponente castello che gli scenografi hanno reso gotico, ispirandosi a cattedrali e università europee e britanniche. Lo stesso vale per gli interni, tra cui spicca la Sala Grande, dove avviene lo Smistamento nelle quattro Case. Questo set rappresenta una rarità nel mondo del cinema: è infatti uno dei più longevi che esistano, essendo stato utilizzato per più di dieci anni.
Harry scoprirà il Quidditch, lo sport dei maghi che si gioca in sella alle scope, che ha rappresentato una vera e propria sfida. Veniva infatti ripreso un attore alla volta, imbracato e su blue o green screen, e ogni scena singola doveva essere montata fino a realizzare un’immagine corale.
Verso la Pietra Filosofale
A Hogwarts Harry incontra Ron e Hermione, gli amici con cui vivrà moltissime avventure. La prima è trovare la Pietra Filosofale, che dona la vita eterna e che Voldemort brama più di ogni altra cosa. Ma l’impresa non è facile: per trovare la Pietra bisogna passare attraverso una botola protetta da Fuffi, un gigantesco cane a tre teste. La bestia è completamente realizzata in computer grafica, eccezion fatta per una zampa, quella che i tre amici devono spostare per aprire la botola.
All’interno della botola le prove continuano: sono tre, e ognuna rappresenta uno dei bambini. Quella delle chiavi rappresenta Harry e il suo talento nel volo; quella delle pozioni (eliminata dal film) rappresenta Hermione e la sua estrema intelligenza; quella degli scacchi Ron e la sua conoscenza del mondo magico. I tre amici riescono ad affrontarle insieme, dando prova sia delle proprie capacità personali sia di uno straordinario spirito di collaborazione e di lealtà, rispetto e aiuto reciproci.
L’happy ending è servito.
Per approfondire:
• Harry Potter: le prime scelte importanti
• Harry Potter, eterna lotta tra libri e film
Segui Metropolitan Magazine ovunque! Ci trovi su Facebook, Instagram e Twitter!
Crediti fotografici: librinovitaelultimeuscite.altervista.org, stelladelnerd.it, blog.estantevirtual.com.br, portkey.it, wizardingworld.com
CHIARA COZZI