Nel 1929 Hitler nominò Heinrich Himmler capo delle SS, l’organizzazione nazista paramilitare il cui nome letteralmente significa “squadre di protezione” (Schutzstaffel). A partire dal 1936 Himmler fu il capo supremo degli organi di polizia di tutto lo stato tedesco. È considerato tra i maggiori responsabili dell’organizzazione dei campi di sterminio. Nel maggio del 1945 gli inglesi lo arrestarono. Egli si suicidò pochi giorni dopo evitando il processo di Norimberga e la conseguente condanna a morte.
Heinrich Himmler nominato capo delle SS: approfondimento
“L’antisemitismo per noi non è una questione di ideologia, ma di pulizia. Io sono Heinrich Himmler. Abbiamo un unico dovere, quello di portare avanti con fermezza e senza pietà la lotta razziale. La miglior arma politica è quella del terrore: la crudeltà incute rispetto”.
Heinrich Himmler
Himmler grazie al suo incarico diventò il secondo uomo più potente della Germania. Diresse l’organizzazione della “Soluzione finale della questione ebraica” nota oggi come Olocausto. Si occupava di dirigere i campi di concentramento pianificando l’idea di sfruttare economicamente i prigionieri in modo ma portarli alla morte certa. Tutta la polizia tedesca (polizia segreta, polizia di sicurezza e polizia criminale) doveva riferire a lui gli eventi. Himmler era il perno principale delle operazioni antisemite, l’architetto dell’orrore.
Dal 1943 fu ministro degli interni del Reich. Dopo l’attentato ad Hitler l’anno successivo ottenne il comando dell’esercito della riserva. Due anni dopo, precisamente il 22 Maggio 1945, gli inglesi lo catturarono ma non fecero in tempo a portarlo a Norimberga per processarlo; il giorno seguente, infatti, si uccise con una capsula di cianuro per non cadere nelle mani dei nemici. Una morte quasi stoica di un personaggio che più che un eroe fu un distruttore di vite.
Giusy Celeste