Dal momento che Hollywood è il posto, pare, dove “un bacio vale mille dollari e la tua anima cinquanta centesimi”, inizierei questa recensione di Horizon Forbidden West Burning Shores affermando che il DLC vale ogni centesimo speso per produrlo. Ovviamente, vale anche l’esiguo biglietto di ingresso necessario per accedervi, in esclusiva su PS5

Inizialmente ero scettico sull’impossibilità di riprodurre il contenuto su PS4. Non avevo ancora goduto della ricchezza di dettagli della Hollywood esplorata da Aloy. Né dei momenti cinematografici che consacrano la maestosità della trama di una saga che aspetta con ansia il terzo capitolo. Nonché la maturità di un engine dalle potenzialità sconfinate, che in questo contenuto aggiuntivo pare aver raggiunto il suo massimo. Solo il tempo potrà dirci se è vero. Intanto, pur restando fedele a sistemi di progressione e gameplay non proprio innovativi, Burning Shores è un’aggiunta imprescindibile per chi ha giocato fino in fondo Forbidden West. Punto, e a capo.

Horizon Forbidden West Burning Shores Recensione, enorme

HORIZON FORBIDDEN WEST BURNING SHORES | TESTATO SU PS5

(Disponibile in esclusiva su PlayStation 5)

VOTO 8.5

+Il Decima Engine in stato di grazia regala immagini memorabili
+Prosecuzione della trama globale interessante…
+Visivamente, è il capitolo più ricco e spettacolare di tutti

-…ma lineare
-Non rivoluziona la collaudata formula ludica di Forbidden West: perché dovrebbe?
-Per accedervi bisogna finire per intero la campagna del gioco base

Horizon Forbidden West Burning Shores Recensione, ecco perchè non va su PS4!

Horizon Forbidden West Burning Shores Recensione, enorme

No, Burning Shores non avrebbe mai potuto girare su PS4. La scelta resta di quelle “discutibili”, soprattutto ora che è ovvio l’intento già dalla fase progettuale. Nel senso, non c’è mai stato un istante in cui gli sviluppatori di Guerrilla devono aver pensato di pubblicare il gioco sulla vetusta console Sony. Dopo aver completato tutti gli incarichi opzionali e la nuova sezione di storia, avendo visto cose “che voi umani non potete neanche immaginarvi”, dico: meno male. 

Nonostante l’amaro in bocca resti, per tutti i PS4 dotati allettati dalle promesse di accessibilità fatte in sede di rilascion per Forbidden West (di cui potete leggere QUI la nostra recensione), finalmente si è deciso di non soffocare le possibilità del nuovo, in onore di una non dovuta fedeltà al vecchio. Pochi compromessi avvolgono i lidi delle sabbie roventi, calde per davvero, della nuova mappa esplorabile. Vasta e stratificata, “profonda” in senso proprio marittimo, il giusto per avvalorare la presenza di nuove cavalcature pensate per lei. 

Horizon Forbidden West Burning Shores Recensione, enorme

Intendiamoci: in Horizon Forbidden West Burning Shores c’è, appunto, solo tanto “Forbidden West” in più, intendendo quest’ultimo segno proprio come un PLUS. Un incremento, cioè, che accarezza le fondamenta del gioco base ricamandoci intorno un tessuto ludico non innovativo, ma nuovo. Che culmina nella Boss fight più eccezionale che abbia giocato negli ultimi tempi, almeno dall’insuperabile Generale Radahn in Elden Ring. La direzione di movimento inarrestabile è proprio quella: spettacolarizzare a qualsiasi costo, far grondare di eroismo ogni inquadratura e azione. Fino a liberare le emozioni di Aloy attraverso il pad Dualsense e le sue vibrazioni aptiche, che ancora mi fanno tremare un pochino.

Gameplay “duro” a cambiare

Certo, nonostante come ho già raccontato non si sia scesi a compromessi di sorta per realizzare un prodotto visivamente ineccepibile e futuristico, permangono certe legnosità ludiche dure a morire, sulle quali però non si poteva prescindere. La natalità è la stessa di Forbidden West, e da essa Burning Shores dipende per forza di cose. Forse solo la conclusione della trilogia, se non dovesse espandersi ulteriormente, potrà definitivamente tagliare quei fili che irrigidiscono il gameplay. 

Ci vogliono circa dieci ore per finire il contenuto aggiuntivo, più il tempo da dedicare alla trama precedente qualora non l’aveste già fatto. Se non avete già toccato con mano lo splendore di Burning Shores verrebbe quasi da pensare che sia un contenuto tagliato dal finale, non solo in senso negativo (come alcuni di voi già percepisco indendere), per giustificare il suo attaccarsi, come quasi ogni DLC ha smesso di fare da anni, alla coda della storia vanilla. C’è un risvolto anche positivo nell’essenza post-credit. La soluzione di continuità totale è la ragione per la quale abbiamo potuto scoprire nuovi lati della nostra Aloy, che rimane fortemente sé stessa di gioco in gioco. Anche lei si evolve con il mondo che la circonda. Non vediamo l’ora di scoprire che gusto avrà la pioggia che raffredderà i bollenti spiriti di Burning Shores. Sempre che non diventi, come credo, una cascata di ferro fuso pronta a distruggere tutto.