“I Dolori del Giovane Werther” è il romanzo più noto di Johann Wolfgang Goethe. Si tratta di un romanzo epistolare che l’autore scrive e pubblica quando ha solo 25 anni, nel 1774. Il romanzo è considerato opera simbolo del movimento dello Sturm und Drang, anticipando molti temi che saranno presenti a pieno nel romanticismo tedesco.

Tutto il romanzo è, appunto, una raccolta di lettere che Werther scrive ad un amico, raccontando in una sorta di diario/sfogo tutto quello che gli sta capitando. Il focus è chiaramente puntato alla descrizione dei sentimenti e alle sensazioni che sta provando. Pare che la trama del romanzo sia da considerarsi autobiografica, almeno per quanto riguarda la prima parte. Si divide infatti in due libri che segnano come due momenti distinti della vita del giovane protagonista.

Primo Libro: amore non corrisposto

Il primo libro inizia con l’arrivo di Werther in un nuovo paese, immerso nella natura, che lascia nel protagonista una sensazione di quiete e serenità. Questa apparente calma, dura molto poco. Un giorno Werther conosce una giovane donna, promessa sposa di un altrettanto giovane e perbene ragazzo. Lotte sarà la donna che, consapevolmente o meno, farà precipitare il giovane protagonista in un abisso di angoscia e disperazione. Werther si innamora di questa ragazza, pur essendo consapevole di non poterla mai avere. Da qui iniziano i suoi “dolori”.

“Ma è proprio necessario che quello che forma la felicità dell’uomo sia nello stesso tempo l’origine della sua miseria?”

Nella prima parte del libro, che termina con la decisione di Werther di partire, accettare un lavoro che l’amico gli propone da tempo e quindi allontanarsi fisicamente dalla donna che lo sta tormentando, non è ben chiaro se i sentimenti del giovane siano ricambiati da Lotte o se questa piuttosto veda in lui un caro amico. Werther parla di lei riempiendola di complimenti, non tanto fisici quanto morali. Si occupa dei suoi numerosi fratelli piccoli, rimasti orfani di madre, e pare innamorata e fedele del suo promesso sposo. Non si fa nessun accenno ad un possibile amore ricambiato, ed è sempre evidente che tra i due non è mai successo nulla. Werther quindi, si sta forse illudendo da solo?

Secondo Libro: non c’è rimedio per le pene d’amore

Il giovane trova poco conforto dall’allontanamento fisico con l’amata. Nel secondo libro, infatti, ecco che Werther decide di mollare tutto per ritornare da lei. Lotte però è ormai sposata e pare felice con il suo giovane amore. In questa seconda parte c’è quindi spazio solo per i tormenti. Le lettere si fanno più confuse, fino a quando, interrompendosi, è l’autore stesso a spiegarci cosa è successo.

 “La natura umana ha i suoi limiti; può sopportare gioia, sofferenza o angoscia solo fino ad un certo punto, oltre il quale si soccombe.”

È così il giovane Werther soccombe. A far capitolare tutto sono gli ultimi due incontri tra i  due giovani. Lotte parla sinceramente a Werther e anche con durezza. Gli dice di fare l’uomo e di rinunciare a lei, dal momento che non potrà mai averla. Esprime anche la perplessità di essere amata da lui solo perché lei in realtà non potrà mai ricambiarne l’affetto. Queste parole lasciano Werther in una situazione di angoscia ancora più forte.

Il vero climax, però, è quando i due si incontrano per l’ultimissima volta.  Lotte finalmente esprime i suoi sentimenti. Ricambia il suo giovane amico. I due piangono insieme e si abbandonano per un istante ad un bacio. Da qui in poi, Werther capisce che l’unica via di uscita è il suicidio. Lo prepara nei minimi particolari, con una lucidità sorprendente. Lascia alcune lettere esplicative all’amico confidente, alla madre, a Lotte e addirittura al marito di questa. E finalmente compie quello che, fin dall’inizio del romanzo, ha sempre saputo di dover fare. Si suicida mettendo per sempre fine ai suoi tormenti.

Morte per amore? Il suicidio è la salvezza

Il suicidio è una logica conseguenza. Il coraggio del suicidio farà del giovane un eroe che diventerà finalmente “un uomo” agli occhi della sua amata. Compiendo questo gesto, dimostra a tutti di aver avuto il coraggio di compiere la giusta azione. In realtà Werther è un “egoista”. Attraverso questo gesto vuole legare a sé Lotte per sempre. Compiendo questo gesto estremo per lei, sa di provocare in lei un meccanismo di amore represso, di rimorso e senso di colpa. Questo li legherà per sempre. 

Il confine tra la morte per amore e l’amore per la morte è sottilissimo. Il tema della morte come unica via di salvezza dalle sofferenze è in realtà presente fin dagli inizi del romanzo. Probabilmente è proprio il filo conduttore di tutto il racconto. Facile quindi intuire come andrà a finire. Il modello narrativo è fondato proprio sull’irreversibile e quindi togliersi la vita è l’unica via d’uscita. L’affermazione di sé passa proprio per la propria sconfitta. Compiendo questi gesti estremi ci si consacra per sempre al ricordo e si diventa qualcuno. Quel qualcuno degno di nota, che in vita, forse, non saremmo mai stati.

Ilaria Festa

Seguici su:
Google News