“Il giovane Holden” e quelle anatre

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Di Redazione Metropolitan

Il giovane Holden, romanzo pubblicato il 16 luglio 1951, compie gli anni. Simbolo per eccellenza di un’adolescenza che non si lascia incasellare come la società vorrebbe.

Un romanzo di formazione come Il giovane Holden

If you really want to hear about it…

Inizia così Il giovane Holden di JD Salinger.

Però, se davvero si vuole sentire questa storia non c’è bisogno di iniziare proprio dal principio.

Holden Caulfield. A passeggio per New York, nel freddo glaciale pre-natalizio, senza una vera meta. Non fa che chiedersi dove “dannazione” siano finite le anatre del laghetto di Central Park

Non fa che interrogarsi sulla sua vita, ripensando ai suoi studi e compagni di scuola, ai professori, alla sua famiglia, all’amore…

Un po’ quello che chiunque, dotato di coscienza, fa quando non riesce a prendere sonno.

Ripensare a quelle che sono le scelte personali e di chi ci sta intorno. Nulla di più semplice.

Viene sempre più facile guardarsi indietro e ripensare al passato perché il futuro sembra così lontano e… estenuante.

Il titolo

Ciò che più affascina di questo romanzo è il titolo. L’originale è The Catcher in the Rye, dal verso di una strofa che Holden ripete quando, nel romanzo, la sorella Phoebe gli chiede cosa vorrebbe diventare da grande. 

Difficile tradurlo, un titolo così. Se in lingua tedesca e portoghese si è riusciti a tradurlo alla lettera senza troppe difficoltà (Der Fänger im Roggen, O Apanhador no Campo de Centeio), in francese si è optato per un L’Attrape-Coeurs, il rubacuori, e in spagnolo diventa El Guardián entre el Centeno.

Detto ciò, Il prenditore nel campo di segale è un po’ complicato come titolo, e forse non avrebbe avuto il successo di cui è meritevole questo romanzo.

Basta farci caso e, in Italia ma non solo, c’è una formula esatta, sottile e azzeccata, per i romanzi destinati ai ragazzi.

Articolo+aggettivo/nome+nome del protagonista= romanzi di formazione.

Esempio: L’isola di Arturo, I dolori del giovane Werther, Le avventure di Pinocchio.

Da qui, Il giovane Holden.

Un romanzo di formazione senza tempo, adatto anche all’epoca moderna (nonostante sia stato scritto negli anni Cinquanta) in grado di rappresentare gli adolescenti silenziosi, e un po’ disadattati, che provano disprezzo per la società borghese che pretende di inquadrare una persona.

C’è da chiedersi come mai il romanzo, simbolo di intere generazioni, non sia mai diventato un film.

Ecco, secondo Salinger “L’unica persona ad aver potuto interpretare Holden Caulfield è stato J. D. Salinger.

Chiaro.

Una magia, il suo modo di parlare e liberarsi da quella massa di pensieri che aveva in testa.

A onor del vero, in molti hanno pensato di “raggirare” queste sue volontà ideando film su Salinger che scrive Il giovane Holden

JD Salinger e i suoi romanzi

JD Salinger, autore de "Il giovane Holden". Photo: Web.
JD Salinger, autore de “Il giovane Holden”. Photo: Web.

JD Salinger pubblicò altri tre romanzi: Nove Racconti (1953), Franny e Zooey (1961) e Alzate l’architrave, carpentieri e Seymour. Introduzione (1963).

Nonostante ciò, considerava molto più soddisfacente scrivere racconti, perché la scrittura era la sua unica forma di cura dal mondo ma smise di pubblicare perché raggiungeva il suo scopo soltanto se realizzata per se stesso.

Un modo come un altro per ricordarlo e di cui, presumibilmente, lo scrittore non sarebbe fiero.

In conclusione, dove finiscano quelle anatre d’inverno, quando il laghetto si gela, nessuno lo sa. Tantomeno Jerome David Salinger. 

Ma, forse, la vera domanda da porsi è un’altra. Dove finisce, l’individuo, quando l’individuo si gela, si spegne, per un po’. 

Don’t ever tell anybody anything. If you do, you start missing everybody.

Così si conclude il romanzo, con poche e fatali parole. Un mistero che per molti è rimasto irrisolto.

“Dannazione” non-direbbe Holden.

Serena Votano