
Nel corso della sua vita, Johnny Dorelli ha avuto molti amori, i più importanti dei quali hanno portato alla nascita dei suoi figli. Nel 1967, dalla compagna Lauretta Masiero, è nato il suo primogenito, Gianluca Guidi. Seguendo le orme artistiche del padre, Gianluca è diventato un affermato cantante e attore teatrale. Dopo la fine della relazione con Lauretta Masiero, Dorelli ha sposato Catherine Spaak, dalla quale è nato il suo secondo figlio, Gabriele Guidi. Anche Gabriele ha deciso di seguire la strada artistica dei genitori, diventando un importante produttore e regista teatrale.
Una particolarità accomuna tutti e tre i figli di Johnny Dorelli: i loro nomi iniziano tutti con la lettera ‘G’. Durante una recente intervista, quando gli è stato chiesto chi fosse il suo erede, Dorelli ha risposto: “Sicuramente ce l’ho in famiglia: mio figlio Gianluca, che ha fatto le cose che ho fatto io“.
Nonostante il nome d’arte di Johnny Dorelli sia noto a tutti, i suoi figli portano un cognome diverso. Il motivo, tuttavia, è molto semplice. Dorelli è un nome d’arte, mentre il vero cognome dell’artista è Guidi. Di conseguenza, anche i suoi figli portano il cognome Guidi.
Questo dettaglio evidenzia quanto l’artista abbia tenuto a distinguere la sua vita professionale da quella personale. Nonostante fosse famoso come Johnny Dorelli, ha voluto che i suoi figli portassero il cognome della sua famiglia d’origine, forse per permettere loro di costruire la propria identità lontano dal peso della sua fama.

Gianluca Guidi è una sorta di emule di Johnny Dorelli, un surrogato (al positivo) che concentra in lui tutte le qualità artistiche del padre. Da lui ha preso anche l’aspetto, il che gioca a suo favore quando recita in Aggiungi un posto a tavola. Il ruolo è lo stesso, quello di Don Silvestro, il prete di montagna che riceve una telefonata da Dio e si ritrova a costruire un’arca per il diluvio universale. Novello Noè, Don Silvestro fa di tutto per organizzare al meglio le cose. Ma spesso e volentieri è in difficoltà, ha dei cedimenti, così capisce che non può fare tutto da solo. “Questo ruolo è stato praticamente acquisito per usucapione dalla famiglia. Ormai indosso la tonaca anche nella vita e aspetto che i miei figli crescano per passarla a loro”, ha dichiarato Guidi a Teatro.it. Quando gli chiedono di spiegare il messaggio, lui liquida: “Io non sono un amante dei messaggi. A teatro si va e ognuno ritorna a casa conservando un proprio messaggio. Di questo spettacolo io so che è scritto bene, con scene e costumi che lasciano senza fiato, musiche e coreografie bellissime. Si tratta di una produzione sulla quale è stato investito molto denaro e a me, in qualità di regista, è stata lasciata carta bianca praticamente su tutto. Poi ognuno ha le proprie sensazioni ed è bene che sia così: è uno spettacolo con tante porte che si possono aprire”.