I leader di tutta Europa stanno decidendo le sorti dei rifugiati che stanno scappando dall’Ucraina. Il popolo ucraino sta tentando con tutti i mezzi di allontanarsi, col cuore in gola, dal proprio Paese, mentre l’offensiva lanciata dal Cremlino continua ad andare avanti, senza alcuna intenzione di arrestarsi.
L’Europa sta tentando di mettere a punto un piano di accoglienza per i rifugiati, di modo da poter trovare un accordo che permetta di distribuire i rifugiati politici all’interno dei Paesi dell’UE. La prima tappa necessaria prevista per avviare il piano di accoglienza è il riconoscimento dello status di Paese a rischio per l’Ucraina; a decisione presa, andrà trovato un punto l’accordo tra gli Stati membri, che si focalizzerà su una redistribuzione equa dei profughi insieme a un ulteriore stanziamento di fondi per affrontare l’emergenza. Il 27 febbraio sono stati convocati a Bruxelles i ministri degli interni dei vari Paesi, per discutere la delicatissima questione.
Uno dei punti chiave tratta dei fondi da erogare a favore degli Stati limitrofi, con delle prime somme che saranno stanziate a Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania, con l’idea che la maggior parte dei rifugiati cercherà di trovare asilo all’interno dei Paesi confinanti, più di qualsiasi altro stato, per rimanere vicini a casa con la speranza di poterci tornare il prima possibile. La stessa Commissione europea si è dichiarata pronta ad effettuare delle variazioni nel bilancio proprio per questa nuova crisi migratoria: si parla di un miliardo di euro di fondi da stanziare. Per garantire un’equa distribuzione dei profughi, sarà fondamentale che tutti i 27 stati dell’Unione Europea diano la loro disponibilità all’accoglienza; da quel punto di vista l’Italia ha già confermato la sua disponibilità ad accogliere i rifugiati.
Nel frattempo, la prima ondata di profughi sta in realtà già raggiungendo i confini: solo nella mattinata di ieri una coda di 15 km avanzava verso Bucarest, mentre la stazione centrale di Kiev veniva presa d’assalto dalla fuga disperata della popolazione. Le stime attuali parlano di 200mila profughi, un numero destinato a crescere nei prossimi giorni di conflitto. L’ambasciatrice Usa all’Onu ha avvertito detto che si potrebbe arrivare a circa 5 milioni di persone in fuga.
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