I Miserabili di Ladj Ly

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Di Redazione Metropolitan

I Miserabili – Premio della giuria a Cannes, dal 12 marzo al cinema, opera prima di Ladj Ly è la faccia sporca di Parigi.

I Miserabili – Il collante sociale oggi più pregnante e preponderante è in Europa il calcio. E’ indubbio che il popolare sport riesce nel momento sacrale della vittoria ad appianare le cosiddette differenze che caratterizzano razzismi e discriminazioni.

Religioni, etnie, ideologie tutto si azzera a favore di un abbraccio, sincero, caloroso, improvviso a seguito della palla che entra in rete che a leggerlo appare un moto banale, facilmente deprezzabile, ma che contiene il fiato di milioni e milioni di passioni, unite tenacemente nel sobbalzo emozionale di un incontro calcistico.

Sembra triste che per ricordarsi di essere uguali abbiamo bisogno di uno sport,ma al contrario questa consapevolezza è la prova che si può non odiare, che in nuce all’uomo vi è lo spirito d’altruismo che nel momento di maggiore spontaneità si avvera senza esitazioni. E’ la vita che rende l’umanità feroce, e quando per un attimo si dimentica si diventa parte di un tutto.

L’epifania più brillante si avvera in seguito della competizione mondiale che in occasione di evento quadriennale sprona un’intera nazioni ad unirsi incondizionatamente al sostegno della propria formazione. Tale rappresentazioni di giubilo popolare è il quadro d’inizio de “I Miserabili” di Ladj Ly dove la sfilata parigina decorata di bandiere e musicata di cori agli Champs-Elysèes si affievolisce subito per dare spazio ad un crudo dramma sociale.

Ladj Ly regista de "I Miserabili" foto dal web. I Miserabili
Ladj Ly regista de “I Miserabili” foto dal web

Vincitore del premi della giuria al festival di Cannes e nominato ai Golden Globe, “I Miserabili”, che si fregia del titolo del capolavoro per eccellenza della letteratura francese di Victor Hugo, è ambientato a Montfermeil dove lo stesso Hugo ha ambientato il suo romanzo e dove Ladj Ly è nato, è cresciuto e si è formato girandovi il suo primo documentario “365 jour à Clichy Montferneil”, riprese dal vero di una banlieu allo sbaraglio dimenticata dalle istituzioni.

Questo primo lungometraggio è invece il racconto fittizio seppur veritiero di uno scontro umano e multietnico tra bande, ragazzini in rivolta, ordini religiosi e poliziotti per ottenere il controllo di un territorio selvaggio.

La differenza con il centro si vede, si sente, più di trenta etnie che condividono l’esistenza in periferia contro lo stagnante biancore dell’ombelico parigino che funge da deterrente per un’istituzionalità che dimentica il disagio, facendosi scudo con promesse velate da piani politici inesistenti e inconsistenti.

Ladj Ly radicato perviacemente alla periferia sa che la mancanza di denaro è la prima molla verso compromessi, arrangiamenti, traffici, spunti di sopravvivenza che i poliziotti destinati al sottofondo amplificano per sfogare la noia nella violenza spiacciola e bestiale. Nessuno è colpevole, tutti sono vittime di una politica ipocrita e uditivamente mercantile che attraverso lo stereotipo cristalizza un’ambiente d’umanità viva.

Scena dal film "I Miserabili" foto dal web. I Miserabili
Scena dal film “I Miserabili” foto dal web

Intrerpretato da Djebril Zonga, Alexis Manenti, Damien Bonnard, Jeanne Balibar e attori periferici, “I Miserabili” dal trenta gennaio al cinema è il picco di partenza di un percorso professionale iniziato da diciassettene con il collettivo Kourtrajmè e puntellato da esperienze eteroformi e formative. Il coagulo poetico e drammaticamente sincero è sintetizzato dalla frase del poeta massimo, massimo ispiratore di quest’opera prima tristemente neorealista: “Non ci sono nè cattive erbe, nè uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.