I mister della Serie A. Chi sale e chi scende dopo 12 giornate?

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Di Redazione Metropolitan

Tra i top, Allegri sempre sul trono, mentre Ancelotti non sta facendo rimpiangere Sarri. De Zerbi e D’Aversa le sorprese di questo avvio. Tra i flop, troppo in basso la Roma di Di Francesco, mentre Juric fa rimpiangere l’esonerato Ballardini, l’esperimento Velàzquez sarà presto dimenticato ad Udine, infine il ritorno di Ventura in Serie A è durato solo 4 giornate

12 giornate di campionato e terza sosta per le Nazionali, troppo poco per poter fare bilanci definitivi sulle squadre della nostra Serie A. Soprattutto se parliamo di un settore delicato come quello degli allenatori, il cui rendimento è fortemente variabile di giornata in giornata. Come ormai sapranno tutti gli amanti di questo sport, gli allenatori sono sempre i primi a pagare e un semplice filotto di risultati negativi(o positivi) potrebbe sovvertire tutte le considerazioni che andremo a fare. Tuttavia, andiamo adesso a vedere chi, in questo avvio, sta stupendo e chi meno sulle panchine della nostra Serie A.

IL SOLITO ALLEGRI: Non potevamo non iniziare da Massimiliano Allegri, l’allenatore livornese dopo 4 stagioni piene di successi, non sembra assolutamente intenzionato a fermarsi e la voglia di vincere rimane sempre la stessa. Aiutato da un mercato strepitoso, costruito per vincere finalmente anche in Europa, il tecnico sta creando una macchina da guerra destinata a trionfare. Lo strapotere della Juventus è assolutamente impressionante, 11 vittorie e un solo pareggio, con 26 gol fatti (come il Napoli) e 8 subiti (migliore difesa, non è una novità). I rodaggi dei bianconeri sono ormai perfettamente collaudati e la Vecchia Signora non si stanca mai di aggiungere trofei alla propria bacheca. La forza del tecnico toscano è il costante stimolo del gruppo attraverso un’ ottima e lucida gestione della rosa: giovani importanti sono costantemente valorizzati come Bentancur o Bernardeschi, mentre top player affermati riescono ad accettare la panchina senza creare alcun problema nello spogliatoio (vedi Benatia, Douglas Costa, Dybala e Perin). Insomma l’armata di Allegri sembra essere praticamente inarrestabile e i difetti sono introvabili. La valorizzazione dei componenti della rosa e la gestione delle partite è assolutamente perfetta; infine, inutile anche solo parlare di chi aveva affermato che Ronaldo avrebbe avuto difficoltà in un campionato difensivo come la Serie A, dato che l’impatto del portoghese nel nostro campionato si commenta praticamente da solo….

(PHOTO CREDITS:Tuttosport)

LA SOLITA CERTEZZA: Molto più difficile, ma non impossibile da immaginare  è che il post-Sarri sarebbe stato così dolce per i tifosi napoletani. Ancelotti, dopo anni vissuti tra le panchine dei più grandi club al mondo ad alzare trofei in tutta Europa, ha deciso di ripartire da una piazza che di trofei non ne ha visti poi così tanti. Come se non bastasse, il mercato ha deluso le aspettative dei tifosi napoletani (almeno in estate), chi si aspettava di vedere un Cavani o un Benzema  (per citare solo due dei grandi nomi accostati al Napoli in estate) si è dovuto accontentare di Fabian Ruiz o Verdi  (che pure si stanno rivelando preziosi, soprattutto il primo, essendo il secondo infortunato). Come sempre, invece, il tecnico emiliano ha superato i timidi scettici iniziali, con un campionato, fin qui, praticamente perfetto. Escludendo le sconfitte di Genova (contro la Sampdoria), nel confronto diretto con la Juve e il pareggio contro la Roma, il cammino dei partenopei è stato totalmente privo di sbavature. Le verticalizzazioni di sarriana memoria sono rimaste assolutamente integre, mentre nuove armi come il possesso palla e il contropiede sono state progressivamente inserite. Attraverso una rotazione continua di tutti gli elementi, il tecnico di Reggiolo sta creando una squadra solida in grado di combattere fino all’ultimo minuto. Aggiungerei, infine, l’ultima piacevole sorpresa per i tifosi partenopei: la solidità europea molto spesso assente con Sarri, che solo un allenatore capace di vincere 5 Champions League (3 da allenatore, 2 da giocatore) avrebbe potuto dare.

LE SORPRESE: Non potevamo non elogiare il grande lavoro che De Zerbi e D’Aversa stanno facendo fin qui, rispettivamente sulle panchine di Sassuolo e Parma. Il primo, dopo una buona stagione a Benevento (culminata,però, con la retrocessione) è ripartito da Reggio Emilia e i neroverdi sono fin qui una piacevole sorpresa di questo campionato. La grande solidità difensiva del trio Marlon-Magnani-Ferrari è davvero considerevole, mentre  Locatellsta maturando in cabina di regia, per concludere con l’ingegnosa invenzione di Boateng come “falso nove”. Con un gioco solido e veloce, il settimo posto con vista sull’Europa è fin qui pienamente meritato. D’Aversa, all’esordio in massima serie dopo la promozione dello scorso anno, non sta minimamente soffrendo l’impatto con la categoria. Aiutato da un mercato di grandi intuizioni, il suo Parma sta diventando una realtà di questo campionato e dopo un periodo negativo, è tornato a vincere a Torino contro i granata. Bruno Alves è l’elemento di esperienza della difesa, Stulac se la sta cavando ottimamente a centrocampo, Barillà appare rivitalizzato, mentre Gervinho, tornato nel nostro campionato, è assolutamente devastante. Il ritorno dell’ivoriano in Serie A  è fin qui stato praticamente perfetto e con il ritorno di Inglese dopo l’infortunio, l’attacco promette grandi numeri.

(PHOTO CREDITS:Sky Sport) De Zerbi, al primo anno con il Sassuolo.

LA ROMA DI DI FRANCESCO: I giallorossi del tecnico abruzzese, al suo secondo anno a Roma, hanno sicuramente avuto un avvio difficile e in una piazza calorosa, ma molto pretenziosa come quella della capitale, le critiche sono state molte. Dopo l’ottima prima stagione( culminata con la semifinale di Champions), Di Francesco si è ritrovato una squadra totalmente nuova e con addii importanti e considerevoli (Nainggolan, Strootman e Alisson), con tanti giovani e giocatori in cerca di rilancio ( Santon e Pastore) e una rosa nuovamente smembrata. Per Di Francesco l’inizio non è dunque stato facile e trovare la quadratura del cerchio e la giusta continuità non è stato semplice. Tra figuracce e sconfitte importanti ( vedi quelle contro Bologna e Spal, o il pareggio con il Chievo ultimo in classifica), l’inizio è stato da incubo e la panchina del tecnico di Pescara è stata una delle più instabili di tutto il campionato. Tuttavia con 5 risultati utili consecutivi tra Champions e campionato e la valorizzazione e inserimento di giovani come Zaniolo o Kluivert, i giallorossi e Di Francesco sembrano respirare adesso un’aria molto più serena.

(PHOTO CREDITS:LaRepublica) Di Francesco,sembra essersi ripreso dopo l’inizio difficile.

JURIC: L’improvviso esonero di Ballardini è risultato  particolarmente inaspettato, considerando la buona classifica che i grifoni occupavano dopo le prime 8 giornate. Tuttavia, l’inatteso ritorno del tecnico croato a Genova era stato assolutamente positivo, con un prestigiosissimo pareggio contro la Juve capolista. In seguito un pareggio e tre sconfitte (contro Inter,Milan e Napoli l’attenuante), per soli 2 punti in 5 giornate e ancora 0 vittorie. La panchina del nuovo tecnico genoano è già particolarmente calda e in caso di sconfitta nel derby della Lanterna, potrebbe arrivare l’esonero. Altra missione (in negativo) quella di aver annullato Piatek, il bomber polacco dopo un avvio da incorniciare è a secco da 5 partite, ovvero dall’inizio dell’esperienza del tecnico croato.

(PHOTO CREDITS:Gazzetta) Juric,rischia la panchina nel derby)

VENTURA: Dopo il disastro mondiale, Ventura voleva rilanciarsi in Serie A, mostrando  il suo valore e l’esperienza accumulata nei tanti anni di panchina. La piazza era di quelle perfette per dimostrarlo: una società desiderosa di riscattarsi dopo un inizio complicato e vogliosa di rimanere in massima serie dopo tanti anni di salvezze conquistate. Tuttavia il lavoro del tecnico ligure è stato disastroso, 3 sconfitte e 1 pareggio,  diverbi nello  spogliatoio (come confermato dalle parole del capitano Pellissier e da Valcareggi) e dimissioni finali dopo solamente 4 partite. Insomma se un briciolo di fiducia e speranza nei suoi confronti poteva essere rimasta, adesso difficilmente avrà qualche tifoso italiano pronto a difenderlo. Fine carriera o avventura esotica per lui…..staremo a vedere.

FRANCESCO MANCINI