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I rookie dello European Tour ad Amburgo

Il Porsche European Open di Amburgo ha messo in mostra i muscoli: difficile tenere a bada il campo più lungo della Race to Dubai ma i giovani rookie dello European Tour non si tirano indietro, anzi, la buttano ancora più avanti.

In campo grandi campioni come Patrick Reed, Paul Casey, Xander Schauffele ma non ci sono solo nomi già affermati, anche giovani che da promesse si stanno trasformando in solide realtà.

Un italiano

Guido Migliozzi, 2 vittorie sul Tour Europeo.
Photo credit: golfmagic.com

Il primo nome porta il tricolore sul petto e si chiama Guido Migliozzi, classe 97, un mix letale di potenza dal tee e micidiale con il putter in mano.
Parte senza aver provato il campo, armato di mappa, caddie e tra i denti un affilato coltello.
Primo giro chiude con 71 colpi (-1). Il campo parla di, solamente, 24 giocatori sotto il par su 150 partenti. Guido lotta ed i sui “pugnetti” mandano in estasi il freddo pubblico tedesco che si ritrova a tifare Italia. L’italiano chiude al settimo posto con una montagna russe nelle ultime due giornate tra valanghe di birdie e brutti bogey sui lunghi par cinque.

Uno scozzese

Robert MacIntyre – primo anno sul Tour
photo credit: europeantour.com

Dopo due giorni il taglio cade a +3 (uno dei più alti dell’anno) ed in testa vede Robert MacIntyre; uno scozzese di 23 anni che per il suo paese rappresenta la speranza. La patria del golf non ha un vero portabandiera dagli anni di Collin Montgomery.

Lo scozzese parte leader ma è abituato alle altezze vertiginose del leaderboard. Basta dare uno sguardo a quello dell’Open Championship e osservare la posizione numero 2. Da lì non schioda nemmeno questa maledetta domenica. Non sempre continuo con i wedge in mano chiude secondo alle spalle di uno che giovane non è più… ma che sa giocare eccome: Paul Casey.
La pietra del talento scozzese è ancora grezza, è da levigare, ma la luce la riflette in modo splendente. Di certo non un duro David, ma morbido come il suo swing.

I veterani

In campo non solo rookie dello European Tour ma anche tanti che il tour lo macinano da anni; Wattel e Wiesberger chiudono entrambi con 64 colpi mettendo l’autografo sul record del campo. L’austriaco chiude terzo da solo. 
Ritthammer festeggia il suo centesimo evento sul tour con la seconda posizione davanti al pubblico di casa.
Lo spagnolo Larrazabal fa divertire il pubblico imbucando approcci e confermando un buono stato di forma.

Matteo?

In fondo alla classifica troviamo purtroppo il nostro Matteo Manassero: manca il taglio con 81 – 76 (+13). 
Siamo tutti qui ad aspettarlo, nessuna delusione ma grande rispetto per una persona che il mondo ha portato sul carro dei vincitori e che non può dimenticare e nemmeno giudicare… sperando che il carro si riempia nuovamente.  

Tom Watson e Matteo Manassero all’Open Championship
Photo credit: Zimbio.com

La vita del professionista non è solo quello che la televisione ci propone. Quello che c’è tra la due orecchie di un giocatore è più importante di qualsiasi bastone che si ha in sacca, nessuno può sapere cosa può celare. Noi aspettiamo il suo ritorno; se non ci sarà, rimarrà sempre un gigantesco talento che qualche fortunato ha avuto la fortuna di vedere all’opera.

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