Sergio Leone (1929-1989) ha il merito di aver reinventato il genere western: “il cinema americano per eccellenza”, per dirla come John Ford. Regista di massima importanza, Sergio Leone è uno dei primi significativi autori postmoderni e tra i fondatori dello spaghetti-western all’italiana.
A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 il genere western rifiorisce in Italia, cambiando stile e acquistando una propria originalità. Molte produzioni – per questioni di budget – erano girate in Spagna, in Italia o in Nordafrica: luoghi desertici che ricordavano il west americano. Le locations dei film di Sergio Leone sono principalmente due e si trovano in Andalusia, la più grande – chiamata Minihollywood – è diventata un’attrazione turistica con biglietteria, piscina, ristoranti e negozi.
Il deserto di Taberna nei film di Sergio Leone
L’altra si trova nei pressi di Almerìa in sempre Spagna e comprende il vasto deserto di Taberna. Si tratta di una location più remota e di difficile accesso, per raggiungerla occorre percorrere qualche Km in mezzo a ruvidi canyon. Lo studio cinematografico naturale che offre Tabernas è spettacolare, fatto di paesaggi molto simili a quelli americani del Nevada, Utah, California, Arizona, o New Mexico.
Deve la sua predisposizione per le riprese cinematografiche all’aspetto lunare, a un clima secco e a particolarità orografiche che lo rendono molto simile alle aree polverose d’oltreoceano. Il deserto di Tabernas è inoltre l’unico presente in Europa, e forse è proprio per questo che è diventata la location più sfruttata e nota. Sergio Leone ha girato a Tabernas tutti i suoi maggiori successi: “C’era una volta il west”, “Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più” e “Il buono, il brutto e il cattivo”.
Focus su Per un pugno di dollari
Per un pugno di dollari è stato girato in gran parte riciclando le risorse per un altro film, in modo da ottimizzare le spese; l’opera di Leone era infatti considerata marginale e dal dubbio esito. I luoghi della pellicola hanno l’aspetto della parsimonia e del risparmio; non sorprende quindi che la scenografia si trovi proprio in Almerìa, nella distesa desertica tra Valencia e Malaga.
Gli aspetti del paesaggio Far West che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo sono molti: la natura, spesso matrigna, che mette alla prova i personaggi celando il nemico o diventando una culla in cui sentirsi al sicuro, ad esempio. Il deserto spagnolo ricorda il rapporto sublime tra uomo e natura, rimettendo in scala le misure umane rispetto all’immenso orizzonte. Una terra brulla e arida, che regala la possibilità di viaggiare con la fantasia.
Alessia Ceci
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