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I signor NO. L’appello di Salvini

I signor NO. Questo il nome conferito agli ex alleati del Movimento cinque stelle.

I signor NO. In questo modo il ministro Salvini inaugura la sua perorazione in antitesi al dimissionario Conte.

“Rifarei tutto”. Il ministro dimissionario Matteo Salvini ha rivendicato fortemente la correttezza del suo operato politico. È stato, semmai, secondo il ministro, uno scontro fra la politica del rinnovamento, della produzione e dell’incremento e una seconda politica che per il ministro è solo quella che sa dire NO.

La replica al premier, ormai ex, Conte é stata densa e non sono stati risparmiati colpi, quasi dimentichi del fatto d’esser stati alleati, congiunti in un’attività politica di compromesso ma comunque di accordi. I propositi del governo del cambiamento sono naufragati. Non sono i numeri, l’economia e neanche l’Europa ad aver determinato la caduta di Conte. Non vi sono state opposizioni determinanti a livello internazionale a condurre il governo al baratro ma, in fondo, ideologie con pochi punti di contatto.

Salvini: uomo libero

“Rifarei tutto quello che ho fatto, con la grande forza di essere un uomo libero. Non ho paura del giudizio degli italiani, chi ha paura del giudizio degli italiani non è un uomo libero. Si vota anche a settembre, non veniteci a parlare di aumento iva, di spread, di esercizio provvisorio, di recessione.”

L’appello di Salvini è chiaro, i risultati delle europee hanno sancito per la Lega il dominio virtuale della scena politica italiana. Salvini si aspetta questo rispetto alle elezioni presidenziali dal momento che egli percepisce di avere l’appoggio e quindi la legittimazione degli italiani. Un governo provvisorio, un esercizio di larghe vedute o un pasticcio in barba alla democrazia sarebbero quindi un oltraggio alla volontà del popolo.

L’epopea dell’insulto

Il ministro Salvini critica poi risolutamente le parole di Conte paragonandone gli insulti a quelli del bardo Saviano. Uno scoppio di lamentele gratuite, uno sfogo improvviso quello di Conte e per niente giustificato. È evidente lo smacco per il dipartito premier, la sua carriera politica è ormai finita.

“Mi dispiace che il presidente del consiglio mi abbia dovuto sopportare per un anno. Io autoritario? Bastava il Saviano di turno per questa sequela di insulti, non il premier.”

I referenti: il popolo italiano

Salvini ha successivamente portato il discorso verso lidi noti. Il target di Salvini sembra essere composto da “gente libera che risponde solo al popolo italiano, non alla Merkel o a Macron, gente che ha un’idea di famiglia e figli, che hanno una mamma e un papà.

Il futuro del governo: elezioni subito o completare le riforme. I signor NO.

Salvini non si mostra titubante sul futuro del governo, ormai è nota la sua fine, ma rilancia sul tema delle riforme. “Se volete completare le riforme noi ci siamo. Se volete governare con Renzi, auguri. “

Lo scenario peggiore e più irrispettoso per il leader della Lega sembra essere quello del “cambio della giacca”. Si teme un accordo di potere, irrispettoso della volontà degli italiani, fra PD e Cinque Stelle. Insomma, l’incubo dei signor NO resta.

Al termine del discorso Salvini ha estratto un rosario dal taschino e lo ha baciato, nonostante le proteste della presidente del Senato Casellati. “La protezione del cuore immacolato di Maria per l’Italia la chiedo finché campo, non me ne vergogno, anzi sono ultimo e umile testimone”.

Nicolò Rovere

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