I Simpson VS intolleranza: recasting anche per i personaggi LGBTQ

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Di Redazione Metropolitan

Si sa che quella dei Simpson è una serie che negli anni ha cavalcato l’onda degli stereotipi utilizzandoli spesso, per quanto in chiave ironica, come espediente narrativo, scoprendo il fianco a polemiche e critiche. Soprattutto negli ultimi anni, durante i quali i movimenti di sensibilizzazione hanno preso notevolmente forza.

Sono passati solo pochi giorni dalle parole di Hank Azaria, storico doppiatore di Apu, il commesso dell’iconico Jet Market, attraverso le quali, rinunciando al suo ruolo, si è scusato pubblicamente in quanto convinto del fatto che ila sua interpretazione avrebbe contribuito al rafforzamento del cosiddetto “razzismo strutturale”.

Una parte di me sente di aver bisogno di andare a incontrare ogni singola persona di origine indiana in questa nazione e chiedere scusa di persona e alle volte lo faccio quando ne ho occasione

Hank Azaria

I Simpson, questioni di doppiaggio

Un discorso molto simile ha toccato i personaggi di colore, come ad esempio quello del Dr. Hibbert, colui che da anni rimette in sesto le ossa martoriate di Homer. Il suo storico doppiatore è stato Harry Shearer (dal 1990) sostituito nel tempo da Kevin Michael Richardson, uno dei più famosi doppiatori di origini afro-americane e ultimamente impegnato con Invincible. Sorte toccata anche al personaggio di Carl Carlson: Alex Désert ha infatti preso il posto proprio di Hank Azaria nel doppiaggio. Anche in questo caso si tratta di un doppiatore di origini africane.

Dopo i personaggi di colore ora è toccato quelli omosessuali:

I produttori hanno infatti deciso di affidare questi ruoli solo a coloro i quali dimostrino di comprenderne la complessità. Un ennesimo recasting è quindi avvenuto per il personaggio del parrucchiere Julio, anch’esso doppiato da Hank Azaria. Il testimone è passato a Tony Rodriguez, appartenente sia alla comunità sudamericana che a quella LGBTQ.

Il problema era Azaria?

Probabilmente no, ricordiamo che questi attori prima di tutto dietro al microfono leggono un copione, guidati da un regista e da un team di autori e sceneggiatori. Il cambiamento infatti vuole rispecchiare soprattutto la nuova politica della serie targata FOX, la quale mira ad una maggiore inclusività e sensibilità. Soprattutto nei confronti di un prodotto che ormai non solo tocca tutti gli elementi culturali e identitari possibili, ma che essendo a sua volta distribuito su scala mondiale è fruito da un vastissimo pubblico composto da differenti sensibilità e appartenenze culturali e identitarie. Ovviamente se una fetta di pubblico abbraccia questa nuova linea, un’altra si trova in netto contrasto e molti telespettatori accusano la serie di aver perso la sua vera natura satirica in nome di un politically correct considerato asfissiante.

Inutile dire che quando un’opera raggiunge una notorietà e un’importanza socio-culturale come quella dei Simpson ovviamente acquisisce la forza e la capacità di orientare grandi fette di pubblico e pertanto diventa sempre più complicato mantenere la propria rotta e accontentare tutti allo stesso modo. Aspettiamoci altre modifiche in futuro

Dario Bettati

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