I social e l’educazione sessuale tra i  giovani

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Di Francesca Mazzini

I social negli ultimi anni hanno avuto un ruolo centrale nell’educazione sessuale tra i giovani. L’approdo di divulgatori sui social media ha spinto i ragazzi a cercare riposte online, per compensare una lacuna di informazioni a casa o a scuola.

In Italia l’educazione sessuale non è una materia obbligatoria all’interno dei percorsi scolastici, complice il ruolo della Chiesa e una mentalità ancora troppo conservatrice. Le forze politiche che negli anni hanno respinto le proposte di chi voleva inserire l’educazione sessuale nei programmi ministeriali si sono opposte perché convinte di lasciare la trattazione dell’argomento alle famiglie.

Nel nostro paese solo il 18% dei ragazzi e il 21,3 % delle ragazze riporta di aver ottenuto informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva dai genitori. La fonte primaria di informazione è internet. Secondo i dati raccolti dal ministero della Salute, oltre il 90% degli adolescenti cerca risposte alle proprie domande online. 

Il rischio che comporta questa ricerca è che il primo approccio al sesso dei ragazzi avvenga tramite i porno, mal rappresentando i rapporti reali. Nasce quindi una questione etica importante.

Educazione sessuale per i giovani: tra la Guida dell’ Unesco e gli esperti su Instagram

Nel 2018 l’UNESCO ha pubblicato una Guida tecnica all’educazione sessuale, secondo cui le scuole dovrebbero adottare «un approccio adeguato all’età e alla cultura di appartenenza nell’insegnamento di tematiche legate al sesso e alle relazioni, trasmettendo informazioni scientificamente corrette, attinenti alla realtà e non giudicanti».

Il documento sottolinea, tramite vari studi, che un’educazione completa sulla sessualità e sulla sfera affettiva diminuisce il numero di gravidanze indesiderate tra gli adolescenti e adulti. Un’informazione corretta riduce anche la trasmissione di malattie veneree, il rischio di bullismo e episodi di violenza, aiutando le persone a prendere decisioni più consapevoli nella propria sfera sentimentale e sessuale.

I giovani cercano sui social informazioni sull’educazione sessuale per trovare riposte a curiosità e domande, soprattutto su Instagram, dove l’accesso è gratuito e spesso discreto.

Ad esempio quattro ostetriche di Roma (@associazione_selene) hanno deciso di trattare online argomenti solitamente considerati tabù. Le ostetriche raccontano che spesso gli studenti sono già a conoscenza di informazioni pratiche ma manca «la mediazione umana, soprattutto per alcuni concetti fondamentali come il consenso, il rispetto, il diritto al piacere, l’empatia e la prevenzione. Nelle scuole spesso i programmi di educazione sessuale terrorizzano gli studenti, facendo apparire il sesso come qualcosa di sbagliato e di cui aver paura».

Gli adulti dovrebbero far sì che i ragazzi e le ragazze siano informati sulla materia sessuale, così da poterli aiutare a prendere decisioni consapevoli. A volte, le ideologie retrograde e religione non aiutano l’informazione. Il risultato è che spesso nasce una paura ingiustificata verso l’educazione sessuale. Una corretta educazione sessuale è necessaria per salvaguardare la propria salute, comprendere i rischi e gestire la propria vita sessuale. I social, se utilizzati in modo corretto, possono sicuramente aiutare nel processo informativo, anche se la componente umana ed empatica resta senza dubbio fondamentale. 

Francesca Mazzini

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