È stato, fino all’ultimo, il candidato più forte, Ignazio La Russa è stato eletto, secondo le previsioni (ma senza i voti di Forza Italia). Nell’attesa della proclamazione – che avverrà da parte della senatrice a vita Liliana Segre — lui si era sempre schermito, fino alla mattinata di oggi: «Presidente? Solo dell’Inter club. Vedremo, farò ciò che servirà. Mi piacerebbe fare qualcosa che non ho mai fatto».
Il neo eletto presidente di Palazzo Madama ha affermato che il Senato della Repubblica, già con il suo nome, rimanda all’unità di tutte le parti: “Sono sempre stato un uomo di parte, di partito. Ma in questo ruolo non lo sarò. È una lezione che ho appreso in tanti anni di militanza, ho cercato in ogni occasione di trovare un insegnamento, una crescita”.
“In tanti anni di politica ho potuto vedere da vicino anche le più traumatiche evoluzioni della società italiana, non possono non dimenticare gli anni del terrorismo politico. I tanti ragazzi, di ogni colore politico, che sono morti per le loro idee”, ha aggiunto citando il militante di destra ucciso a Milano Fausto Ramelli e quelli di sinistra di cui non furono mai trovati i colpevoli, Lorenzo Iannucci e Fausto Tinelli.
“Non voglio fuggire davanti alle richieste di chiarezza. La senatrice a vita Liliana Segre ci ha parlato del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno. Potrei aggiungere la data di nascita del Regno d’Italia, che prima o poi dovrà diventare festa nazionale. Queste date, tutte insieme, hanno bisogno di essere celebrate da tutti. Perché solo un’Italia più coesa è certamente la migliore e più importante precondizione per affrontare tutte le criticità”, ha continuato La Russa. “Il mio è un compito di servizio, oggi non devo cercare applausi o di captare la vostra benevolenza. Lo dovrò fare ogni giorno con i miei atti. Non c’è bisogno di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa, vi giuro che cercherò con tutte le mie forze di essere presidente di tutti”.
La carriera politica di Ignazio La Russa
Originario di Paternò, Ignazio La Russa ha iniziato la sua attività politica all’alba degli anni Settanta, con il ruolo di responsabile del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile dell’MSI. Nel 1985 è stato candidato alle elezioni regionali in Lombardia, venendo eletto con oltre 24mila preferenze. Stesso esito cinque anni più tardi. Dal 1989 al 1994, inoltre, è stato consigliere comunale di San Donato Milanese.
Alle elezioni politiche del 1992 Ignazio La Russa è stato eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione Milano-Pavia. La riconferma nel 1994 tra le liste di Alleanza Nazionale, con tanto di elezione a vicepresidente della Camera dei deputati. Tra i grandi protagonisti della Svolta di Fiuggi, Ignazio La Russa è stato nuovamente eletto deputato nel 1996 tra le file del Polo per le Libertà e nel 2001 per la Casa delle Libertà. Seggio ottenuto anche alle tornate elettorali del 2006 e del 2008, ma nelle liste del Popolo della Libertà. Tra gli incarichi più importanti ricoperti nel corso della sua carriera politica, Ignazio La Russa è stato nominato ministro della Difesa nel governo Berlusconi IV, mansione interpretata dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011.
Reggente di Alleanza Nazionale e poi coordinatore nazionale del PdL insieme a Sandro Bondi e Denis Verdini, Ignazio La Russa nel dicembre 2012 ha annunciato il suo addio alla coalizione. Tre giorni più tardi, il 20 dicembre, ha fondato Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Eletto alle politiche del 2013 e del 2018, il politico siciliano nell’ultima legislatura ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del Senato della Repubblica. Alle elezioni del 25 settembre, è stato eletto a Palazzo Montecitorio. Protagonista di battaglie pro crocifisso in classe e contro le adozioni gay, La Russa ha sempre preso le distanze dal fascismo. “I conti col passato li facemmo già a Fiuggi”, la sua posizione: “A noi fanno sempre le analisi del sangue: in Fratelli d’Italia non c’è spazio per i nostalgici”.