Il 17 giugno 1882 nasceva a Lomosonov, vicino a San Pietroburgo Igor Stravinskij, uno dei più celebri compositori del XX secolo. La sua fama la si deve soprattutto ai tre balletti da lui creati in collaborazione con i Balletti russi: L’uccello di fuoco (1910), Petruška (1911) e La sagra della primavera (1913).

La storia di Stravinskij

Igor Stravisnkij Photo credits Wikipedia


Sebbene figlio d’arte, il giovane Igor Stravinskij ha iniziato a dedicarsi alla musica soltanto a nove anni, quando ha scoperto la sua passione per il piano. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza nel 1905 conosce il figlio del compositore Nikolaj Rimskij-Korsakov, che accetta di dargli lezioni private. Tra le prime opere di Stravinskij ci sono la Sinfonia in Mi bemolle (1907) e la suite di canzoni Le faune et la bergère. Le opere del giovane compositore attirano l’attenzione di Sergej Djagilev, che gli commissiona la parte orchestrata di Chopin per il suo balletto Les Sylphides. Visto il successo di quest’opera, gli chiede la composizione di un balletto originale. È proprio in questa occasione che Igor Stravinskij ha composto L’uccello di fuoco, tratto da una fiaba russa.
La prima di quest’opera si è tenuta a Parigi, dove il successo è stato enorme. La fama di questo balletto gli fa conoscere anche Claude Debussy, con il quale ha stretto una profonda amicizia, durata tutta la vita. Il successo mondiale di Igor Stravinskij è arrivato definitivamente con La sagra della primavera. In seguito a questosuccesso il compositore ha fatto l’ultimo viaggio nella sua terra natale. A causa dello scoppio della guerra è stato costretto a lasciare la Russia per trasferirsi in Svizzera.
Il compositore russo ha anche collaborato con Pablo Picasso per l’allestimento di un nuovo balletto sulle musiche di Pergolesi. La nuova opera, denominata Pulcinella, terminata nel 1920, ha segnato l’inizio del suo periodo neoclassico. Tra il 1926 e il 1927 ha composto invece Oedipus Rex, collaborando per il testo con Jean Cocteau.

Stravinskij e stato uno dei migliori compositori del suo periodo, soprattutto per quanto riguarda i balletti russi. Per chi voglia approfondire la poetica del musicista russo, non si può trascurare però la questione religiosa che traspare dalle sue opere più importanti. Si tratta di un aspetto spesso trascurato dalla critica, ma non meno rilevante. Le opere cosiddette “religiose” di Stravinskij sono certo meno conosciute rispetto ai balletti russi del compositore, ma fanno comunque parte della sua poetica.
Stravinskij ha attraversato dal 1910 una crisi spirituale che l’ha allontanato dai riti ortodossi, però poi riavvicinarsi nel 1926. Questo è l’anno in cui ha composto il Pater Noster, la prima di una delle sue diverse opere sacre. Nonostante le sue crisi religiose, Stravinskij non ha mai abbandonato la sua fede, trasformandola talvolta come una sorta di teismo aconfessionale. Il catalogo di opere sacre del compositore mostra il suo convinto attaccamento all’ortodossia, nonostante le diverse crisi mistiche che l’hanno accompagnato per tutta la vita. Nonostante siano poche, le opere sacre e liturgiche sono molto importanti per conoscere pienamente il musicista russo. In seguito al Pater Noster si ricordano Symphonie de Psaumes (1930), Credo (1932),Ave Maria (1934), Babel, (1944), Messa (1948), Canticum Sacrum (1955), Threni (1958), A Sermon, a Narrative and a Prayer (1961), Introitus (1965), Requiem Canticles (1966).
Si tratta di un insieme composito dj opere, in cui spiccano tra le altre la Sinfonia dei Salmi, nella cui dedica si evince la frase “Cette Symphonie composée à la gloire de Dieu…”, che racchiude il significato spirituale dell’opera.
Un’opera che ha richiesto l’attenzione della critica è I tre cori sacri, scritti in slavo ecclesiastico, e pensati per l’ufficio ortodosso. La versione in latino di questi testi risale al 1949. I cori in particolare sono composti a cappella, proprio perché la liturgia ortodossa non prevede l’utilizzo della componente musicale. L’unico strumento adatto alla preghiera cantata, secondo gli ortodossi, è la voce umana, dato che la componente strumentale viene ritenuta troppo mondana. In ogni caso lo stile dei cori ha come obiettivo quello di tornare alle antiche tradizioni russe. Stravinskij vuole infatti distaccarsi dal altri compositori come Rachmaninov e Čajkovskij, che invece avevano tentato di dare una certa innovazione alla musica liturgica ortodossa per renderla più simile si modelli compostivi occidentali.

Sonia Faseli

Segui su Google News