Il 7 ottobre 1913 Henry Ford decide di introdurre per la prima volta la catena di montaggio nella produzione di auto. L’obiettivo di tale proposito era quella di raggiungere nel breve tempo possibile l’obiettivo, abbattendo definitivamente i costi di assemblaggio.
Henry Ford, figlio di semplici agricoltori, ha iniziato a lavorare come macchinista tecnico in un’industria di Detroit sin dall’infanzia. Con il passare del tempo è riuscito ad evolversi nella sua formazione diventando prima industriale e poi progettista di fama mondiale. Originario della cittadina di Dearborn, nel Michigan (USA), il fondatore della Ford Motor Company aveva come obiettivo quello di costruire auto economiche per un più ampio pubblico. Sin dall’inizio Ford ha compreso come un automobile non potesse essere l’oggetto di una fabbricazione artigianale. Per questo motivo il 7 ottobre 1913 ha deciso di ordinare ai suoi operai di fabbrica di cambiare totalmente il lavoro di produzione. È proprio da quel momento in poi che ogni dipendente ha cominciato ad assemblare un unico pezzo della vettura.
Questo procedimento permetteva che gli operai svolgessero la propria mansione svolgendo movimenti ripetitivi e meccanici. In questo modo si risparmiava tempo e denaro, che avrebbe ridotto anche le spese del consumatore, rendendo le auto più economiche. Questa metodologia di produzione ha preso in seguito il nome di “catena di montaggio”, o ancor meglio “Fordismo” dal nome del suo ideatore.
Henry Ford: la prima catena di montaggio nella storia
Questo processo ha fatto si che la il tempo di produzione di una vettura scendesse da dodici ore a circa due ore. Inoltre questa produzione di massa di vetture ha reso il modello T Ford un oggetto alla portata di tutti, comprese le classi meno benestanti. Infatti non si sono abbassati solamente i costi di produzione, ma anche quelli per i consumatori. Nel 1909 la Ford T costava 900 dollari, mentre nel 1925 ne costava solamente 290. La catena di montaggio ha quindi dato avvio alla cosiddetta “era del consumo di massa”, abbassando definitivamente i costi dell’azienda. Il Fordismo ha portato enormi vantaggi non soltanto alle aziende ma in parte anche ai dipendenti. La divisione del lavoro e la conseguente linea di assemblaggio sono diventati dei veri e propri modelli anche per la produzione industriale successiva. Sebbene il cambiamento sembra essere avvenuto da un giorno all’altro, in realtà l’analisi effettuata da Henry Ford ha richiesto molto più ricerche di mercato di quanto si pensi. Il fondatore della Ford ha deciso di sfruttare in modo proficuo le condizioni del mercato nordamericano dei primi anni del Novecento. Inoltre ha effettuato una serie di analisi riguardanti la capacità di acquisto dell’uomo medio.
Queste sono state la base per la maggior parte delle analisi di mercato che vengono effettuate tutt’oggi da molte case produttrici automobilistiche.Il modello T Ford è rimasto un oggetto di massa per diversi anni anche grazie alla colorazione delle autovetture, che riduceva i costi di produzione. È stato lo stesso Henry Ford a dire la frase: “Gli americani avranno l’auto che vorranno, del colore che vorranno, purché sia nera”.Le analisi effettuate dalla Ford ha fatto si che questa casa produttrice non affondasse insieme a molte altre durante le crisi economiche internazionali. La Ford è sopravvissuta rispetto ad altri colossi americani come la Chrysler e General Motors, proprio per il mantenimento dei listini bassi a vantaggio del consumatore.
Sonia Faseli
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