In occasione della Giornata della Memoria Paramount trasmetterà stasera “Il bambino con il pigiama a righe” di Mark Herman. È la storia di un incredibile amicizia tra due bambini divisi dal filo spinato di un campo di concentramento. Una delle pellicole più drammatiche sul tema dell’olocausto.
Il bambino con il pigiama a righe, l’olocausto visto dagli occhi di un bambino
“Il bambino con il pigiama a righe” ci racconta il dramma dell’olocausto attraverso la prospettiva mitigata dei bambini ma offrendone comunque una rappresentazione cruda e realistica. Al centro della storia ci sono due bambini, Bruno, il figlio di un comandante nazista e Shmuel, un deportato ebreo, protagonisti di un’incredibile amicizia che nasce vicino al filo spinato di un campo di concentramento. Il piccolo tedesco non riesce a comprendere subito la tragedia della Shoah e vede tutto come un gioco tanto che per lui le divise degli internati sono semplici pigiami a righe. Eppure sarà proprio l’amico ebreo a fargli conoscere lentamente la verità che sarà svelata senza nessuna concessione.
Il regista Mark Herman pone lo spettatore davanti ad una progressiva conoscenza del male e di una realtà atroce che invade quella apparentemente felice della casa dove il piccolo Bruno vive e dove genitori cercano di tenerlo evitando che faccia giri nel bosco vicino al qual si erge il lager in tutto il suo orrore. La terribile verità infatti è tutto intorno già visibile, ad esempio nell’anziano deportato usato come domestico. Una scoperta che viene raccontata senza eufemismi ma con crudezza e realismo fino all’esperienza più estrema.
Alcune curiosità sul film
“Il bambino con il pigiama a righe” è tratto dall’omonimo romanzo di John Boyne. Come tributo a questo libro i genitori di Bruno vengono chiamati dal figlio padre e madre. Nel romanzo di Boyne infatti la narrazione coincide con il punto di vista del bambino tedesco. Herman ha poi raccontato delle notevoli difficoltà avute per girare il finale del film a causa dell’argomento delicato. “E’ stato un incubo, avevamo più avvocati che membri della troupe, sul set”, ha raccontato il regista inglese.
Notevole controversie sono nate dall’ipotesi di identificare il lager del film con quello di Auschwitz. Questo infatti ha generato diverse accuse di inesattezze storiche perchè in quel terribile campo nazista i bambini venivano quasi tutti uccisi all’arrivo a meno che non venissero scelti come cavie per gli esperimenti nazisti. Il motivo era perchè venivano considerati troppo deboli per essere usati come forza lavoro.
Stefano Delle Cave