Il calendario delle riaperture di Draghi nel nuovo Decreto

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Gradualità è la parola chiave. Il premier Draghi punta a tenere assieme la volontà di dare un segnale di ritorno alla vita dopo il Covid e la necessità di riaprire in sicurezza.

Nuove misure dal primo maggio

Oggi, prima della conferenza stampa su Def, scostamento di bilancio, crescita economica e riaperture, il capo del governo presiederà la riunione della cabina di regia con i rappresentanti dei partiti. Al tavolo si analizzeranno i dati e si comincerà a mettere nero su bianco la «road map» destinata a finire nel prossimo decreto, che entrerà in vigore il primo maggio.

Prima i dati

Le decisioni saranno assunte sulla base dei dati del monitoraggio di venerdì prossimo. Quello di oggi autorizza la Puglia a sognare l’arancione, vede la Sicilia rischiare il rosso e la Campania tornare in arancione, mentre Sardegna e Valle d’Aosta restano nella fascia di rischio più alta. I parametri per il ritorno alla zona gialla cambieranno.

Primo maggio in rosso e ritorno della zona gialla

La Festa dei lavoratori del primo maggio sarà quasi sicuramente zona rossa. Ma dovrebbero tornare inoltre le zone gialle, che il precedente decreto aveva abolito. L’inizio del mese di maggio segnerà un cambio di fase dopo mesi di restrizioni severe. Nelle zone con meno contagi e più anziani vaccinati i ristoranti riapriranno almeno a pranzo e si potrà circolare all’interno della propria regione.

Le posizioni dei vari partiti

Il presidente Draghi, che intende muoversi «con grande prudenza», dovrà trovare inoltre una mediazione tra le diverse spinte che agitano il governo. Questa volta lo scontro non è tra aperturisti e rigoristi, ma è sui tempi e sul grado di cautela. Forza Italia e Lega vogliono riaprire già il 26 aprile con un Consiglio dei ministri ad hoc. E se Matteo Salvini preme per riaprire tutto e subito, Enrico Letta stoppa il toto-date e fissa le condizioni del Pd: calo degli indici di contagio e over 60 vaccinati. Vito Crimi schiera i 5 Stelle sulla linea delle riaperture e persino Roberto Speranza, il più rigorista di tutti, in Parlamento apre a un «allentamento graduale delle restrizioni», che consentano al Paese «una stagione nuova, ma in sicurezza».

Regioni «aperturiste»

Le Regioni spingono per riaprire il più in fretta possibile. La Conferenza guidata dal leghista Massimiliano Fedriga ha presentato un documento fortemente aperturista, che punta a far ripartire i ristoranti a pranzo e a cena, le palestre, le piscine e gli spettacoli anche nelle zone ad alto rischio. Grazie a «un rigido sistema di distanze interpersonali e incentivando le attività all’aperto», spiega Fedriga. Toccherà oggi al Cts valutare se le proposte sono compatibili con la velocità e la forza delle varianti.

Draghi pensa al cronoprogramma

Il premier ha fretta di rendere pubblico il «cronoprogramma» che rimetterà in moto le attività economiche. Draghi è preoccupato, infatti, per la stanchezza degli italiani e per la tensione che ha cominciato a sfogarsi nelle piazze. «Il progredire della campagna vaccinale e la discesa, per quanto lenta, della curva del Covid, ci consentono di impostare un calendario», è il ragionamento che il premier ha condiviso con i ministri. Il presidente del Consiglio insomma non vuole correre, perché richiudere sarebbe devastante e dunque «le riaperture devono essere sicure e irreversibili».

Gaia Radino