Il canto XXXIII del Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri rappresenta il capitolo conclusivo del lungo viaggio ultraterreno del poeta.
Canto XXXIII del Paradiso e la fine del viaggio dantesco
Il canto XXXIII del Paradiso rappresenta la fine del viaggio di Dante nell’Empireo. In questa parte del Paradiso di beati siedono sui loro seggi, disponendosi nella cosiddetta candida rosa, citata anche nei precedenti capitoli. In questo modo essi riescono a contemplare la luce emanata da Dio in eterno. Dopo aver condotto Dante nell’Empireo, Beatrice siede insieme agli altri beati nel cerchio della rosa. San Bernardo ha ormai concluso la sua missione nel guidare Dante nella parte finale del suo viaggio. Si tratta di San Bernardo di Chiaravalle che il poeta introduce nei precedenti canti. San Benedetto era un monaco cistercense, che interpretava le regole benedettine nel modo più rigoroso possibile. Quindi Dante rivolge la propria preghiera alla Vergine Maria, affinché possa intercedere presso Dio per liberarlo da qualunque tipo di legame terreno.
Grazie all’intercessione della Vergine Maria, Dante riesce finalmente a contemplare Dio, la Trinità e l’Incarnazione. Una volta immerso in quell’immensità luminosa, Dante vede apparire al suo cospetto tre sfere di colori diversi ma con medesima dimensione. Si tratta delle tre persone della Trinità, uguali fra loro ma con diverse funzioni. Grazie a questa visione Dante può finalmente comprendere il mistero della natura e della trinità divina, oltre a comprendere l’intero universo. Oltre a questo Dante riesce a comprendere pienamente anche il significato dell’incarnazione di Cristo. Così come è apparsa la luce svanisce improvvisamente. A questo punto le facoltà di Dante spariscono così come è sparita la luce folgorante. Questo perché alla fine del suo viaggio Dante ha ormai raggiunto la pace e la beatitudine proprio attraverso la visione di Dio e della Trinità.
Sonia Faseli
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