“Il caso Spotlight” e l’epica del giornalismo d’inchiesta

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Di Redazione Metropolitan

Il caso Spotlight (2015) - Ph. credit: web
Il caso Spotlight (2015) – Ph. credit: web

“Il caso Spotlight” (2015) di Tom McCarthy è forse l’ultimo vincitore recente dell’Oscar al Miglior Film a raccontare classici eroi americani. Come è noto, ripercorre le reali indagini del quotidiano The Boston Globe sui casi di pedofilia riconducibili all’arcivescovo Bernard Francis Law. L’inchiesta valse alla redazione il Premio Pulitzer di pubblico servizio del 2003 e aprì molti casi collegati all’interno della Chiesa Cattolica.

“Il caso Spotlight” nel contesto statunitense

Negli Stati Uniti la religione è parte integrante della comunità, non solo una scelta personale. In God We Trust (In Dio noi confidiamo) è stampato sui dollari e in tribunale e per ogni atto ufficiale si giura con una mano sulla Bibbia. Non è un argomento facile dunque da affrontare in un contesto essenzialmente lontano dalla laicità europea.

Rachel McAdams, Il caso Spotlight - Ph. credit: web
Rachel McAdams, Il caso Spotlight – Ph. credit: web

Storicamente, tuttavia, questo profondo attaccamento culturale alla professione religiosa, negli Stati Uniti non coincide con il cattolicesimo. Quest’ultimo è infatti relegato alle comunità di latinoamericane, italiane e irlandesi, e quindi socialmente connotato.

Un film di valore ma che non osa

Sono informazioni che servono per capire il film di McCarthy, in realtà molto lineare e semplice, ma a primo impatto privo di tutto il coraggio necessario. La storia dell’inchiesta del Boston Globe viene raccontata con perizia, basandosi sui reali articoli pubblicati dalla redazione. Viene mostrato tutto il lavoro di ricerca, la frustrazione, le scoperte sempre più ampie e sconvolgenti.

Rachel McAdams - Ph. credit: web
Rachel McAdams – Ph. credit: web

Eppure, non è un film che intende sorprendere o ferire il pubblico statunitense di riferimento. Si limita a raccontare i fatti, senza scavare nel torbido, senza urtare troppo la sensibilità, lasciando le conclusioni allo spettatore stesso.Da un lato si potrebbe considerare una forma di rispetto, per il pubblico e per il tema trattato. Dall’altro Il caso Spotlight è una denuncia edulcorata, che non osa e non scuote le coscienze quanto avrebbe potuto.

Rimane comunque uno dei film da ricordare fra quelli del decennio appena concluso, contando anche su un cast d’eccezione, da Mark Ruffalo e Liev Schreiber a Rachel McAdams e Michael Keaton.

Articolo di Valeria Verbaro

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