Il libro recensito oggi dal nostro “club” è IT di Stephen King, pubblicato per la prima volta nel 1986. L’edizione letta è quella Sperling&Kupfer (2005 – 1238 pagine), la cui traduzione è stata affidata a Tullio Dobner.
IT – La Trama
La storia si svolge in due periodi diversi, intervallati tra loro da 27 anni di distanza.
Ottobre 1958, un misterioso pagliaccio di nome Pennywise inizia a mietere vittime nella cittadina di Derry (Maine – USA). Il primo a farne le conseguenze è Georgie Denbrough, nel tentativo di recuperare la sua barchetta di carta da un canale di scolo. Georgie è il fratellino minore di uno dei protagonisti, Bill Denbrough, il quale a sua volta, insieme al suo gruppo di amici (I Perdenti) composto da Ben Hanscom, Eddie Kaspbrak, Richie Tozier, Sto Uris, Beverly Marsh e Mike Hanlon, verranno presi di mira dalla creatura che si scoprirà capace di cambiare forma in base alle più profonde paure delle sue vittime. Ma non solo, si scoprirà che IT (così è chiamato proprio per il suo non presentarsi mai col suo vero corpo) vive da sempre a Derry, anche prima della sua fondazione e che ogni 27 anni si risveglia per nutrirsi. Dopo i numerosi attacchi subiti il gruppo decide di affrontare definitivamente la creatura ed escogita un piano per ucciderlo all’interno della propria tana. Durante lo scontro Bill, praticando il Rito indiano di Chüd, riesce a entrare nella mente di It e grazie all’aiuto di un’entità benefica chiamata “La Tartaruga”, il giovane riesce a sconfiggerlo (sconfiggendo anche le proprie paure) costringendolo a ritirarsi. Una volta in salvo i Perdenti giurano di tornare a Derry ad affrontare It nel caso ritorni. Tutti tranne Mike lasceranno nel tempo la città.
Giugno 1984, Adrian Mellon e Don Hagarty, un coppia omosessuale, vengono aggrediti da alcuni teppisti, i quali addirittura arrivano a gettare Adrian dal ponte. I tre giovani vengono più tardi arrestati per omicidio quando viene trovato il cadavere orribilmente mutilato di Adrian, nonostante uno dei tre affermi di aver visto un pagliaccio divorare il corpo di Adrian sotto il ponte. Mike chiamerà allora gli altri componenti del gruppo dei perdenti (ognuno dei quali ha una carriera e/o una famiglia, senza tuttavia aver concepito figli e senza avere ricordi vividi di quanto era accaduto 27 anni prima) spaventato dal fatto che IT sembra tornato. all’appello mancherà solo Stan, morto suicida.
Il gruppo dei Perdenti decide di affrontare di nuovo It ed eliminarlo stavolta sempre, ma stavolta IT coinvolgerà anche altri abitanti di Derry utilizzandoli come alleati. Raggiunta finalmente la tana del mostro, scoprono che ha deposto delle uova che sono sul punto di schiudersi. Ben si incarica di distruggere le uova, mentre Bill e Richie praticano di nuovo il Rito di Chüd riuscendo finalmente a uccidere la creatura. Alla morte di It tuttavia si scatenerà una furiosa tempesta che distruggerà tutta Derry.
L’autore
Stephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è probabilmente uno dei maggiori autori di letteratura Horror (nonché fantasy) del XX secolo, tant’è che molte delle sue opere hanno goduto di trasposizioni cinematografiche e televisive. Nel corso dell sua carriera ha ricevuto decine di premi tra i quali spiccano più volte il Premio Bram Stoker, Il Premio Hugo, Il National Book Award e l’Edgar Allan Poe Award.
Tra le sue opere più famose, oltre a IT, Ricordiamo Carrie, Le notti di Salem, Shining, Cujo, Misery, Il Meglio Verde e L’Acchiappasogni, ognuna delle quali a suo modo ha condizionato e continua a condizionare la critica e il mainstream.
IT – Un commento personale
!Possibili Spoiler!
IT non è solo un personaggio, non è solo una “cosa”, IT è un pensiero, una profonda riflessione. IT non è soltanto un romanzo horror, piuttosto un romanzo di formazione, una raffinata riflessione sulla crescita e sulla necessità di superare le proprie paure, ma anche su quanto sia difficile tutto questo. Derry non è uno spaccato del mondo, Derry rappresenta i mali del mondo stesso: violenza, intolleranza, indifferenza ed egoismo. Molti personaggi identificano qualcosa di “storto” per quella che è la comune morale e spesso qualcosa di indicibile che potrebbe trovare spazio solo nei piani di una creatura mostruosa e malvagia, ma che in realtà, prescindendo la finzione del romanzo, esiste, anche in una piccola città dimenticata dal mondo.
La storia creata da Stephen King è anche la descrizione romanzata di un lungo rituale di passaggio, una crescita non solo fisica ma soprattutto psicologica, una trasformazione, una metafora di cambiamento che passa attraverso e che si serve però di punti saldi, di step necessari (come ci insegnano Van Gennep e Turner): Il distacco dalla comunità, che sancisce l’inizio del cambiamento, le prove da affrontare, un gruppo al quale appoggiarsi e infine il completamento del percorso che proietta dentro una nuova realtà. I “perdenti”, nonostante il nome che vuole probabilmente essere un paradosso, proprio paradossalmente sono tutto tranne che sconfitti, piuttosto sono coloro che vincono quella che è da sempre la battaglia più difficile, ossia contro sé stessi.
Voto 8 (per la caratterizzazione dei personaggi)
“Sette spettri a denti stretti stanno stretti sotto i letti”
Dario Bettati
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