Il conflitto arabo-israeliano continua. L’esercito di Israele ha colpito una base missilistica in Siria, vicino a Damasco. L’attacco sarebbe avvenuto in risposta al lancio di un missile anti-aereo da parte della Siria verso Israele. Non è ancora chiaro il motivo per cui la Siria avrebbe lanciato un missile verso il territorio israeliano. Secondo l’agenzia di stampa siriana SANA, si tratterebbe di un’ulteriore risposta a una precedente aggressione che però lo Stato di Israele non ha confermato.

Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello

Un soldato e cinque feriti, oltre a “danni materiali” ha annunciato l’agenzia SANA. Sarebbe questo il numero delle vittime dell’aggressione.

Si è espresso sull’accadimento anche l’ambasciatore russo, in un’intervista per l’agenzia di stampa Ria Novosti, in cui ha dichiarato che i bombardamenti aerei israeliani sono illegali dal punto di vista internazionale.

Ci si concentra quindi sull’aspetto giuridico, anziché su quello etico. Non bisogna dimenticare che è la religione, portatrice di valori spirituali, si è occupata di potere portando a una guerra. Un conflitto il cui problema è rappresentato, come in tutte le guerre, da chi le combatte. Raramente chi dichiara la guerra, si trova poi a fare il soldato. Chi ci rimette è sempre il civile, che diventando soldato, sacrifica la vita in nome di uno stato (o religione) che non gli concede nemmeno il diritto di stare al mondo.

In questa situazione noi, abituati a vivere nel comfort offerto dalla nostra società, ci illudiamo che un problema sia reale solo nel momento in cui se ne parla. Purtroppo non è così, e anche quando i media non fanno dei servizi sui rapporti arabo-israeliani, la situazione resta conflittuale. Comprendere il conflitto israelo-palestinese è difficile, e di fronte a una violenza reciproca, pare pure impossibile patteggiare per una parte anziché per l’altra.

Michela Foglia

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