Il Decreto Sicurezza passa al Senato

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Di Redazione Metropolitan

“Senatori favorevoli 163, senatori contrari 59, il Senato approva”. Il Decreto Sicurezza passa al Senato, ottiene la fiducia e arriverà alla Camera il 22 Novembre. Primo voto di fiducia su un emendamento chiesto dal Governo Conte a Palazzo Madama. La prima fiducia coincide anche con le prime spaccature. In questo caso interne al M5S. Cinque senatori sono uscita dall’aula al momento del voto.

(Foto dal web)

Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori,Matteo Mantero e Virginia La Mura, questi i nomi dei dissidenti. Tutti molto vicini al Presidente della Camera Roberto Fico, quella famosa “ala sinistra” del Movimento Cinque Stelle che inizia a mostrare segni di insofferenza. Il capogruppo al Senato Patuanelli commenta:

“Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al Governo”.

Stesso comportamento, ma questa volta annunciato, quello di Forza Italia, assente in aula, si astengono Fratelli d’Italia. Votano contro Partito Democratico, Liberi e Uguali e il gruppo per le Autonomie, i democratici inscenano una protesta durante la conferenza stampa. Un Decreto che a detta del PD crea più insicurezza e aumenta il numero dei clandestini. Ma cosa prevede il Decreto Sicurezza sul tema immigrazione?

Può essere suddiviso per semplicità in due parti: immigrazione e sicurezza. Anche se per Salvini le due cose sono sempre e comunque legate. In tema di immigrazione il Decreto prevede il raddoppio dei tempi di trattenimento nei Centri per il rimpatrio, da 3 a 6 mesi. Abrogazione dei permessi di soggiorno nel caso in cui siano dovuti a meriti civili, cure mediche o calamità nel paese di origine. Esclusione dal gratuito patrocinio legale per tutti i migranti il cui ricorso sia stato giudicato inammissibile dal Tribunale. Questo il sunto della sezione del Decreto riguardante l’immigrazione.

Il punto che prevede l’abrogazione del permesso di soggiorno è senza ombra di dubbio destinato a “creare” nuovi irregolari. Questo perchè l’ottimismo di Salvini sul tema dei rimpatri non rispecchia la realtà complessa che impedisce all’Italia di rendere effettivi tutti i rimpatri che il Governo ha promesso. Inasprire le pene non è sempre una soluzione quando si parla di sicurezza.