Il 30 Aprile 2014 la Ubisoft ci ha fatto un regalo che nessuno si sarebbe mai immaginato, specialmente da loro. Sto ovviamente parlando di Child of Light, RPG esperimento della Ubisoft Montreal ispirato ai primi JRPG più famosi come Grandia II e Chrono Trigger. Ma esiste un dettaglio che quasi passa inosservato. Di cosa si tratta?
Child of Light: i segreti del successo
Una fiaba scritta completamente in rima, una storia Coming of Age che ci racconta le gesta di una bimba di nome Aurora e di Lemuria, il mondo fatato in cui il gioco è ambientato, disegnato e colorato completamente in acquerelli.
Un azzardo, un rischio, che è stato accolto dalla critica e dai giocatori positivamente, rendendo soddisfatti sia sviluppatori che pubblicatori, aumentando così la voglia di investire in piccoli progetti che, se fatti bene, hanno dimostrato di poter portare discreti guadagni.
Child of Light – Photo credits: webEssendo amante dei JRPG fin da piccolo e avendo suscitato una particolare passione per piccoli progetti come questo, è inutile dirvi – ma lo faccio lo stesso – che è diventato sin dal trailer di annuncio uno dei miei giochi preferiti. “Sin dal trailer…” penserete con una vocina delusa nella vostra testa, come a non volervi fidare del mio giudizio.
Oltre a sfidarvi di andarlo a giocare e a dirvi che ovviamente ho aspettato di averlo tra le mie mani nella speranza che le mie aspettative non fossero deluse, non c’è molto che io possa fare se non raccontarvi un po’ della mia esperienza. Il gioco in media dura una decina d’ore ma dopo averci speso una sessantina d’ore per completarlo al 101%, farmando a più non posso fino al livello massimo e ad esplorare minuziosamente ogni minima pennellata rigiocandolo più volte, posso dirvi che le mie aspettative non solo non sono state deluse ma sono state addirittura superate.
Ora, prima di proseguire con l’articolo devo avvisarvi che vi saranno diversi spoiler dopo questo punto, quindi se non l’avete ancora giocato sentitevi obbligati a farlo. Sì, obbligati, tanto poi mi ringrazierete.
Child of Light – Photo credits: webPer un periodo di tempo io e una mia cara amica abbiamo accudito una pagina facebook di nome Child of Light Italia che, se siete fan del gioco, vi consiglio caldamente di andare a spulciare perchè vi troverete tante chicche e traduzioni di interviste agli sviluppatori, teorie e anche cosplayer!
La pagina è stata momentaneamente congelata in quanto si aspettano notizie sul secondo gioco che nel 2015 fu indirettamente annunciato, ma poi pare che il progetto sia stato sospeso e da allora non si hanno tristemente più notizie.
Tra le tante cose scritte nella pagina ora sono qui a riportarvi in questo articolo un particolare che viene, come da titolo, facilmente ignorato. Mi riferisco alla voce narrante che ci fa compagnia sin dall’inizio della nostra avventura. Ma chi è? E perchè ci sta raccontando la storie di Aurora e Lemuria? Nel finale, se abbiamo un orecchio attento, abbiamo risposta a queste domande.
Child of Light – Photo credits: web
Di seguito riporterò ciò che è stato già scritto da noi sulla pagina, così da spiegare i dettagli che danno credito alla teoria. Per iniziare bisogna rileggere le ultime righe della voce narrante, poco dopo la morte di Umbra e prima dei titoli di coda:
[…]
“Ma Aurora sicura sorrise.
Tutti cercavan, smarriti, rifugio
Ma lei li condusse a uno specchio
E vi entrarono senza alcun indugio.
Da quel giorno in avanti in Austria
Un solo isolotto era scampato.
Il mio popolo era in salvo a Lemuria,
Il futuro era ormai assicurato.
E Lemuria di nuovo fiorì
Con noi tutti uniti a regnare
Presto toccherà a te, principessa
Partire ed il mondo esplorare.
Ora, mia piccola, il fuoco s’è spento,
Buia è la notte e lungi dal finire,
Chiudi i tuoi occhi, abbandona la veglia,
È tempo oramai di dormire.”
Come si può facilmente notare, nelle ultime tre strofe c’è un cambio di persona: da un narratore esterno si passa alla prima persona.
Le frasi maggiormente da prendere in considerazione sono tre: “il mio popolo” e “presto toccherà a te, principessa” potrebbero condurre alla mente più personaggi (come la mamma di Aurora, oppure una dama di compagnia o una balia proveniente dall’Austria che giustifichi che quello sia il suo popolo);
il “noi tutti uniti a regnare” (terza frase) però, va ad escluderli, in quanto la madre è morta (come dimostra il breve spezzone dopo i credits) e, almeno che non si rifaccia ad un’anarchia che tolga senso al ruolo di Regina assunto da Aurora, non si addice ad un cittadino qualunque.
Child of light: l’ovvietà ignorata
La conclusione di questo ragionamento dunque ci conduce a credere che, con le frasi sopracitate, si sia voluto svelare finalmente che sia stata la stessa Aurora a raccontare il viaggio che l’ha condotta in quel posto e a quel ruolo, raccontando così la fiaba vissuta per la figlia ancora molto giovane: dopo averla messa sotto le coperte all’inizio del gioco, le ultime due strofe la invitano infatti a dormire, annunciandole che presto sarà abbastanza grande da uscire dai confini del castello e scoprire il mondo, vivendo, probabilmente, una magica avventura, proprio come è successo a lei.
In quest’ottica, il cambio di prospettiva del narratore ha una ragione molto semplice, e cioè quella di lasciare il dubbio fino alla fine sulle sorti di Aurora, senza spifferarci fin dalle prime frasi che ella, in seguito agli eventi del gioco, ha avuto una bambina.
Child of Light – Photo credits: webInsomma, sicuramente molti di voi avranno notato il dettaglio ma a qualcun sarà potuto sfuggire. Che siano queste le basi con cui il secondo gioco stava per essere sviluppato? O c’entrano qualcosa le rivelazioni, lettere che possiamo raccogliere nel corso della nostra avventura, che ci raccontano le gesta di altri personaggi che non vediamo in gioco?
Anche se sono passati anni senza notizie, personalmente spero che prima o poi potremo rimettere piedi nel mondo di Lemuria, ritrovare tutti quei personaggi a cui ci siamo affezionati, giocare nei panni di Aurora ormai regina, o magari chissà, sua figlia.
Davide Longobardi
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