Oggi, a quasi un anno dalla nascita di questo governo di destra, ci troviamo a concordare con chi (come me) è stato subito quantomeno scettico. L’affermazione di Giorgia Meloni :

“Sono una donna, sono una madre, sono una cristiana”

non avrebbe potuto farci intendere altro che la perpetuazione della politica di estrema destra che ha sempre alimentato le campagne di odio sociale contro le donne. Non incarnarlo Un modello caro al sovrano: è la donna la madre e la divinità tutelare di questa famiglia strettamente “naturale”, qualsiasi cosa questo possa significare. Ci troviamo ora di fronte ad un caso di cronaca che mette in luce tutto il doppiopesismo di un sistema politico come quello attuale, imbevuto di patriarcato e reazionarismo.

La vicenda:

 Leonardo Apache La Russa, terzogenito del presidente del Senato, Ignazio, è indagato per violenza sessuale. La denuncia è stata presentata nei giorni scorsi da una 22enne. L’indagine è sul tavolo del PM Rosaria Stagnaro e dell’aggiunto Letizia Mannella, alla guida del dipartimento “Soggetti deboli” che si occupa di casi di violenze sessuali.

Il fatto risale allo scorso 18 maggio, quando la ragazza, in compagnia di un’amica, va in una famosa discoteca a pochi passi dal Duomo.

«Mentre ballavamo mi ero accorta della presenza di un mio compagno di scuola di liceo, Leonardo La Russa».

Beve due drink, poi il buio. Si risveglia nel letto del giovane con il ricordo di aver subito un abuso.

Il doppiopesismo di Meloni sul caso La Russa

Giorgia Meloni- Photo Credits ANSA

Nessuno si aspettava che Meloni fosse quindi la paladina delle donne. Anche se questo evento lascia comunque in bocca tanto amaro. La premier non ha mostrato lo stesso atteggiamento che ha avuto in una storia simile con il figlio di Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 Stelle. All’epoca Giorgia Meloni scriveva in un post:

“Ritengo vergognoso e inaccettabile che la denuncia di stupro fatta da una giovane donna finisca in pasto alla curiosità generale perché pubblicata e diffusa su giornali e televisioni. È quello che sta accadendo con il caso che riguarda il figlio di Beppe Grillo. Una gogna indegna di una società civile, a prescindere dall’esito giudiziario della questione. E’ una forma di intimidazione e di avvertimento a non denunciare, come dire ‘attenta che se denunci uno stupro finisci sputtanata in mondo visione’ Solidarietà alla ragazza e a tutte le donne che hanno dovuto subire questo schifo”.

Giorgia Meloni

Ha anche sottolineato a Grillo che minimizza questioni serie come la violenza contro le donne.  

Invece in questo caso non ha fatto parola per distanziarsi dei colleghi di partito che hanno condannato le azioni della ragazza. Ma, come se non bastasse, la cosa più grave è stato proprio il suo approccio, con cui ha sottolineato la denuncia tardiva e l’uso di cocaina e altre sostanze da parte della ragazza.

E anche se la Presidente del Consiglio non è intervenuta, il Ministro per le Pari Opportunità, invece di condannare le azioni di La Russa, lo ha difeso dicendo:

“La Russia è un padre. Ricordo che fu lui a proporre una manifestazione tutta maschile contro la violenza sulle donne. “

Questa frase, secondo me, non ha bisogno di commenti.

Meloni, La Russa, Roccella e il patriarcato: ecco le conclusioni

Come popolo, prima ancora che come femministe, dovremmo ragionevolmente aspettarci che il primo Presidente del Consiglio lanci qualche avvertimento, una dichiarazione, insomma: prenda una posizione degna di questo nome. Per quanto riguarda Roccella, le richieste di dimissioni del Ministro della Cultura avanzate da diverse associazioni – come c’era purtroppo da aspettarsi – non sono state accolte.

La confusione e la rabbia sono emozioni che permeano così tante femministe oggi. Ogni attivista, nel proprio contesto, sta lavorando instancabilmente per distruggere questo sistema patriarcale, raggiungere una vera uguaglianza, combattere stereotipi e modelli culturali sessisti, ritrattare frasi e atteggiamenti Corpo. Queste azioni provengono dalla più alta carica della nazione, quindi hanno grande risonanza e influenza. 

Maria Paola Pizzonia

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