Quest’anno sarà ricordato come uno dei migliori per quanto riguarda i premi cinematografici: tante le registe che hanno portato a casa statuette prestigiose, due delle quali in territorio francese.
Julia Ducournau prima e Audrey Diwan dopo si sono aggiudicate rispettivamente la Palma e il Leone d’oro con i loro film (Titane e L’évènement) che parlano di donne. Una costante di questi film è il coraggio: troviamo infatti donne consapevoli e coraggiose che non seguono gli schemi pre-impostati della società ma anzi sono padrone delle loro scelte, soprattutto quelle estreme.
Che il femminismo stia ripartendo dal nuovo cinema francese? A giudicare anche Raw, film precedente della Ducournau, e Revenge di Coralie Fargeat sembrerebbe di sì. Le donne che abbiamo di fronte sono fortissime e secondo un certo punto di vista mostruose. Giudicando i film della Ducournau viene facile pensarlo, ma non bisogna scavare nell’horror per trovare i mostri.
La Jen della Fargeat diventa una macchina da guerra perché costretta a reagire e sopravvivere, mentre la Annie della Diwan sceglie la strada dell’aborto negli anni ’60. Ma se andiamo indietro di qualche anno possiamo pensare anche alla Cléo di Agnès Varda, regista belga ma attiva in Francia, che vive la sua vita come se nulla fosse mentre attende di sapere se è malata di cancro.
Il cinema francese ci sta proponendo un numero sempre maggiore di donne fortissime, che combattono contro quelli che sono i veri mostri, cioè le imposizioni del patriarcato e il maschilismo tossico che le circonda e che condiziona le loro vite. Allora, che la rivoluzione francese (ri)cominci.
Chiara Cozzi
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Ph: huffingtonpost.it