Il Giappone apre le frontiere ai talenti creativi stranieri

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Di Redazione Metropolitan

Il Giappone è sempre stato una meta irraggiungibile. La terra che tanti sognano ma che, a causa della sua lontananza geografica e culturale, quasi nessuno riesce a conquistare.

Non sto parlando di viaggi di piacere, che ormai non sono più così proibitivi e anzi vanno fin troppo di moda, ma di quel recondito e spesso inespresso desiderio di una vita in quel paese così affascinante, e a volte incomprensibile, che affligge le persone che ne sono innamorate.

Da bravo Stato conservatore quale è, il Giappone ha sempre reso abbastanza difficile per gli stranieri lavorare e vivere sul suolo nipponico, grazie anche a leggi ferree sull’immigrazione, che richiedevano una permanenza di 10 anni nel paese, solo per poter chiedere la residenza.

(foto dal web)

Purtroppo, anche il paese dove sorge sempre il sole ha i suoi problemi, e secondo gli ultimi dati demografici raccolti, nel 2016 la popolazione produttiva ha raggiunto solo il 60,3%.

Proprio alla luce di questa grande carenza, il governo giapponese ha annunciato l’intenzione di riformare la politica sull’immigrazione, in modo da agevolare l’integrazione di personalità altamente qualificate e creative provenienti dall’estero, attraverso l’iniziativa “Cool Japan”.

L’iniziativa, una delle colonne portanti del piano di crescita economica e culturale proposto dal Primo Ministro Shinzo Abe, mira a promuovere i prodotti e la cultura giapponese oltreoceano, ed è da qualche tempo a lavoro per creare una corsia preferenziale riservata ai talenti stranieri.

Già da aprile 2017, se si soddisfano alcuni requisiti, non è più necessario aver vissuto 10 anni in territorio giapponese per ottenere la residenza, ma soltanto 3. Entro l’estate però, l’iter burocratico sarà ulteriormente snellito.

L’obbiettivo di questa nuova idea è di aumentare e diversificare la schiera di talenti da accogliere in Giappone, aggiungendo nuove categorie al sistema di punteggi che viene attualmente utilizzato per selezionare i professionisti altamente qualificati.

(foto dal web)

Questo sistema conferisce punti in base a titoli accademici, conoscenza della lingua, esperienze di ricerca e successi conseguiti, garantendo un trattamento agevolato a chi ne raggiunge almeno 70.

Fino ad oggi, tuttavia, sono sempre state favorite categorie legate alla medicina o alle discipline scientifiche, probabilmente ritenute più utili. Il governo Abe punta ora ad introdurre una nuova categoria, che permetterà una valutazione oggettiva dei talenti esteri, e renderà più facile per loro ottenere punteggi più alti.

I diplomati presso importanti scuole di animazione e design, e vincitori di prestigiosi premi artistici saranno i più probabili ad essere presi in considerazione.

Se quindi vivere e lavorare in Giappone è sempre stato un sogno nel cassetto, probabilmente non c’è mai stato un momento migliore per tentare di seguire il vostro destino.

 

 

Antea Ruggero