“Il giorno più bello del mondo”: a Napoli tutto è possibile,stasera in tv

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Di Federica De Candia

“Questo mio film è una dichiarazione d’amore ai sognatori. A quelli che in un momento difficile trovano un gancio nel cielo, nel nome della bellezza, della speranza e dell’inatteso”. Alessandro Siani è il regista: fa un omaggio al teatro, ai suoi “artigiani che costruiscono la gioia pura“, e alla propria città. Sa che Napoli è una fiaba ad occhi aperti, e crea un film immerso nella sua magia. Stasera in tv su Canale 5, “Il giorno più bello del mondo“.

Un napoletano che fa magie

“Il giorno più bello del mondo”, trailer da Youtube

Arturo Meraviglia è un bambino, quando va nel camerino del padre in un teatrino di avanspettacolo. Fuochi e miracoli in punta di piedi. Questo vede, in un funambolo che cammina sul filo. Gli occhi erano rapiti, mentre suo padre lo accompagnava per mano e gli scandiva parole magiche: “Noi abbiamo una grande missione, Arturo. Noi dobbiamo costruire la gioia nei cuori delle persone”. Del bimbo resterà la capacità di sognare, nell’Arturo adulto interpretato da Alessandro Siani. Un giorno, suo zio Frank, emigrato all’estero, gli lascia un’eredità. Sembrerebbe la buona occasione per risollevare il teatro di suo padre, mandato in rovina con immensa delusione del genitore.

Zio Frank ha fatto tantissime cose nella vita e come ultima cosa, è morto“. Ma il lascito del parente affezionato, non consiste in beni, possedimenti e denari, bensì nella tutela legale di due bambini, Rebecca e Gioele. Le preoccupazioni aumentano. Arturo, di professione squattrinato, sotto mentite spoglie di impresario di artisti, ma senza speranza. Pieno di debiti: “Io non vedo un euro da quando è uscita la lira…”. Non riesce a piazzare neanche il suo unico artista, Gianni Pochi Pochi. Arturo è pure un comico, ma capace di far rimborsare anche i biglietti omaggio; è un personaggio che ha molto del suo interprete: come l’aria da guappo napoletano e l’anima da scugnizzo. Sarà lui a scoprire che il piccolo ha dei poteri magici. E decide di sfruttare questa capacità misteriosa per organizzare degli spettacoli e guadagnare finalmente dei soldi, che serviranno anche a mantenere i due ragazzini.

La scienza di Eduardo o’ barbiere

È un mago o bambino prodigio? Al piccolo basta un movimento del naso, per attivare la telecinesi. E si muovono gli oggetti con la forza del pensiero. Viene interpellato sul caso anche Eduardo o’ barbiere. Fino alla pronuncia della scienza vera. Arrivando così a fare di quel talento da prestigiatore, una stella nascente dello spettacolo. E qui viene il bello del film: “Giustamente, un bambino magico a Napoli che fa?“. Darebbe una mano ai parcheggiatori abusivi. Con uno schiocco di dita, le auto si posizionano, senza le manovre del ‘Dottore‘ di turno. Un giorno però Gioele, con un inganno, viene portato in un centro di esperimenti in Francia per essere sottoposto a dei test. Arturo farà di tutto per riportarlo a casa.

Il giorno più bello del mondo” è un film del 2019. Nel cast anche Stefania Spampinato, la Dottoressa Carina Deluca di “Grey’s Anatomy“, la famosa fiction medica. I punti di forza della commedia sono la semplicità disarmante, e principesse, miracoli, ricerca della felicità, come in un cartoons. Con le luci che accentuano il carattere fiabesco della pellicola, del Direttore della fotografia Michele D’Attanasio alla sua prima collaborazione con Siani, (lo stesso che ha curato la fotografia di “Veloce come il ventoLo chiamavano Jeeg Robot Capri-Revolution). Le fiabe Siani sa anche ‘rovinarle’, in una battuta del film dirà che Biancaneve è di Roccaraso. Ma è lo spirito napoletano a venirgli incontro, a prestargli la favella di narratore e l’arte di regista di una storia a lieto fine.

Fiaba o realtà?

L’atmosfera in “Il giorno più bello del mondo“, è data da quel sipario naturale che è Napoli: si passa dalle ombre dei vicoli, dal lumino accanto la Madonna di Pompei, agli effetti speciali di luci multicolori a cura del maestro partenopeo Michele Attanasio. Come in un villaggio natalizio di elfi, con un trionfo di lucette abbaglianti. E poi i rioni brulicanti di persone, i ‘vasci’ e le casupole. La macchina da presa spazia su Spaccanapoli, fino ai Quartieri Spagnoli, quelli a digiuno di cinema. Sarà Napoli, la città partenopea che è uno stato d’animo, è un modo di vivere, dove il folclore è una polvere magica a portata di tasca, l’attrice protagonista del film.

Alcune scene sono state girate sulle Alpi, a Colmar: scorci da cartolina, casette di legno e pietre, mentre sui canali luccicano i bagliori di riflesso. Ma si gira anche una scena al Gambrinus, il famoso caffè di Napoli. L’arte di tirare a campare, nella città del Vesuvio, si fa mestiere, e può capitare di chiedere il noto ‘caffè sospeso’, proprio come accade ai protagonisti del film. La miccia della risata, del buon umore, la innesca proprio Napoli in questo episodio. Con la sua gente, le sue macchiette, e non c’è cinema americano che tenga.

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