Il giuramento di Mattarella davanti a un Parlamento camaleontico

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Di Redazione Metropolitan

Ieri, a Montecitorio, ha avuto luogo il giuramento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La cerimonia si è svolta di fronte al Parlamento, che riunito in seduta comune ha acclamato con entusiastica approvazione il messaggio di insediamento del Capo dello stato.

Il rito che ci da una parvenza di normalità

Prima di assumere le sue funzioni, il Presidente neo-eletto presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza alla Costituzione, così recita la Carta costituzionale all’articolo 91. In questa occasione, è solito lo svolgersi di un protocollo ben preciso. Tale cerimoniale prevede, oltre al giuramento e al discorso di insediamento, un momento di raccoglimento presso l’Altare dell Patria. Al termine di ciò, le frecce tricolore sorvolano l’area.

La parte più attesa del cerimoniale solitamente è il discorso, che dovrebbe riflettere la concezione che il Presidente ha della propria funzione. Ieri, Sergio Mattarella, ha condiviso con il Parlamento dei messaggi che sono stati definiti da molti giornalisti e esperti di politica, come tipici di un democristiano di sinistra. Infatti, il discorso si è concentrato molto sui temi sociali, con particolare attenzione sul significato del termine dignità. La parola, ripetuta ben 18 volte, ha fatto eco nella stanza di Montecitorio, in cui gli applausi risuonavano al termine di ogni frase pronunciata dal neo (ri)eletto. Il Paese si deve impegnare per ridurre le morti sul lavoro, per impedire le violenze sulle donne e il razzismo. Così ha detto Mattarella.

Tematiche ben lontane da quelle portate come bandiera da alcuni gruppi parlamentari, che nonostante ciò si sono dimostrati servili e accomodanti nei confronti del Capo dello Stato. Un’anomalia che ha stupito la maggioranza del Paese reale.

Il giuramento di Mattarella infligge colpi duri alla Magistratura

La calma che caratterizza il nostro presidente, non gli ha impedito di toccare in modo crudo e aspro il tema della giustizia. Tale argomento è sul banco degli imputati da molto tempo, da ben prima del secondo insediamento mattarelliano, ed è per questo che tutti si chiedevano come non ne avesse mai parlato in precedenza. Comunque ieri è giunto il momento tanto atteso. Ricordando che l’indipendenza e l’autonomia della Magistratura sono un bene prezioso, egli ha affermato che la giustizia sembra aver perso di vista l’interesse della collettività. Sono state queste le frasi che hanno generato maggiore soddisfazione nel Parlamento.

I cittadini, che hanno partecipato al giuramento di Mattarella, come si suol dire di questi tempi “a distanza”, non sono mancati dall’avvertire un certo disagio. La crisi sociale, esiste da molti anni, e ha sempre provocato malessere. Ora tale crisi ha cambiato forma, ma la sua nascita non è certo dovuta alla crisi sanitaria. Inoltre, in molti si sono chiesti se la parola dignità, ripetuta così assiduamente, non costituisse un giudizio velato nei confronti di coloro che occupano le poltrone di Camera e Senato. Spesso il bene comune, perso di vista dalla Magistratura, dopo le elezioni politiche viene dimenticato anche dai vari partiti.

Michela Foglia

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