Il mansplaining spiegato a mia figlia: amare molto Valerio Lundini

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Di Redazione Metropolitan

Personaggio dell’anno, acclamato dalla critica e dagli addetti ai lavori, dopo il tutto esaurito nelle 24 tappe di tour estivo, Valerio Lundini arriva per la prima volta nei grandi teatri italiani con Il mansplaining spiegato a mia figlia – tour teatrale.

Chi è Valerio Lundini

Il comico e presentatore porta per la prima volta sui palcoscenici dei grandi teatri italiani sketch surreali, canzoni, giochi satirici di parole ed effetti speciali multimediali, il tutto presentato nel suo inconfondibile stile in bilico tra una comicità trasognante e humor britsh.

Dopo il successo del programma televisivo “Una pezza di Lundini”, andato in onda su RAIDUE e disponibile su Raiplay , il grande pubblico ha finalmente modo di scoprire dal vivo la versatilità ironica, sarcastica e giocosa di questo comico che da anni, lontano dalla tv, vanta più di un decennio di gavetta sui più disparati palcoscenici, ma anche come fumettista, in radio come autore e non solo.

Per chi, come me, lo segue dagli esordi, Il mansplaining spiegato a mia figlia, è la conferma di un talento che sembrava impossibile non amassero tutti…

Terzo sold out in tre giorni per Il mansplaining spiegato a mia figlia

Il pubblico che ieri ha affollato l’Auditorium della Conciliazione per il terzo sold out di fila, era davvero variegato. Ragazzi giovani, coppie over sessanta, radical chic e qualche vip ma anche tantissima gente non addetta ai lavori e sopratutto incasellabile.

Tutt* hanno riso ininterrottamente per un’ora e mezza di one man show. Mai un momento di calo o di freddezza. 

A conferma che quando qualcosa funziona, riesce ad essere davvero trasversale.

Come si raggiunge un obiettivo del genere? Lundini combina nel suo spettacolo una visionarietà da clown lunare e una tecnica strabiliante. Nulla è affidato al caso. La scrittura dello spettacolo è una partitura perfetta che segna un gol dietro l’altro. In questo si percepiscono gli anni passati dietro le quinte come autore di Nino Frassica e Lillo e Greg.

Il pubblico ama il suo modo di fare finto politically correct ma talmente intelligente da essere molto più efficace della stessa battuta caustica. La parodia che Lundini fa della stand up comedy è geniale. Il comico prende in giro certi comici che spesso, si sentono scorretti più per i modi che usano che per i contenuti. Lundini vira verso un tipo di umorismo apparentemente più innocuo e infantile che risulta ancora però più tagliente.

Perché questo titolo

Lo show si apre con la spiegazione del titolo. Lundini ammette candidamente che non ha alcuna relazione con quello che andremo a vedere: è nato per caso per attirare l’attenzione con una battuta simpatica e una locandina fluida.

I titoli infondo non servono a niente. Del resto chi si ricorda il nome del disco dei Maneskin?

Lo spettacolo va avanti tra schetch poetici, canzoni non sense e personaggi strampalati e tocca il suo apice nel racconto dell’amore di Giulia e Mirko che vivono in un mondo dove parlare d’amore e di sesso ottiene le reazioni opposte. I coatti parlano in endecasillabi vergognandosi di voler convolare a nozze con ragazze vogliono solo fornicare. Una testo esilarante e precisiso impossibile da raccontare, che ha trascinato il pubblico in un crescendo di risate esponenziale. 

Perché ci fa ridere Il mansplaining spiegato a mia figlia

Lundini è una boccata d’aria intelligente in un mondo dove la satira è diventato meme, battuta ammiccante, facile gioco di parole.

In un era in cui tutti sembrano poter far ridere, Il mansplaining spiegato a mia figlia ci ricorda che la comicità non è un gioco ma un lavoro di cesello. Oggi che i social hanno sostituito i grandi comici, Lundini ci riporta ai tempi di Guzzanti, di Mai dire Gol, dell’Altra domenica e di tutti quei programmi comici con cui la mia generazione è cresciuta.

Anche se la sua comicità sfrutta meno i “tormentoni” e prende il via da situazioni paradossali , Il mansplaining spiegato a mia figlia, ci riporta alla risata come rito collettivo da subire.

Abbiamo passato gli ultimi anni a cercare di far ridere tutti e a tutti i costi, dicendo la nostra su qualsiasi argomento e cercando di essere ostinatamente dissacranti con il risutato di diventare noiosi e ripetitivi.

Finalmente è arrivato uno come Lundini a salvarci dai noi stessi mettendo in scena non solo i piccoli luoghi comuni dell’essere umano tanto sfruttati dalla comicità da social, ma facendoci volare verso qualcosa di poetico di cui in questo momento abbiamo tanto bisogno.

In certi momenti storici in cui la realtà sembra paradosso, il guizzo, il salto logico, il gioco di parole, l’associazione mentale assurda fanno ridere molto di più della critica sociale.

@Milavagante

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