
Per la rubrica “Cronache del mistero” oggi ripercorriamo il caso del massacro di Las Cruces, città del Nuovo Messico. Alla vigilia del 31esimo anno, il caso resta irrisolto. Era il 10 febbraio 1990 quando due uomini entrarono in una pista da bowling di Las Cruces. I due spararono a 7 persone in stile esecuzione, tra cui quattro bambini. Aprirono la cassaforte nell’ufficio della pista da bowling portando via tra i 4/5.000$ e appiccarono il fuoco nel fabbricato, per poi fuggire. Quel sabato intorno alle 8:00 del mattino, la manager della pista da bowling, la 34enne Stephanie C.Senac, era nel suo ufficio e come tutti i giorni a quell’ora si preparava ad aprire l’attività.
Stephanie quel 10 febbraio portò con la figlia di 12 anni Melissa Repass e la 13enne Amy Houser, amica di Melissa. Verso le 8.20 due uomini spacciandosi per addetti alla pulizia delle piste da bowling entrarono nell’edificio. In quel momento nella rosticceria, locale attiguo e comunicante con la pista da bowling, c’era Ida Holguin intenta nel suo lavoro. Nello stesso momento all’interno del locale su una delle piste c’era Steven Teran, 26 anni, il meccanico della pista da bowling, insieme alle sue due figlie: Paula Holguin di 6 anni e Valerie Teran di 2 anni. Quel giorno Steven non riuscendo a trovare una baby-sitter per le sue figlie, decise di portarle con lui.

Il massacro di Las Cruces, Melissa chiama il 911
Nel frattempo gli uomini che si erano introdotti nel locale si divisero. Uno si diresse in ufficio, l’altro invece raggiunse la rosticceria dove si trovava Ida e minacciandola con un arma puntata alla testa la costrinse a seguirlo nell’ufficio di Stephanie C.Senac. Stessa sorte da li a pochi minuti accadde a Steven e alle sue due figlie. Quando Steven sotto minaccia del malvivente raggiunse l’ufficio di Stephanie il massacro era già cominciato. I due sparano contro tutti i presenti. Ben 25 colpi a sangue freddo e senza risparmiare nessuno. A quel punto i due preso il denaro e fatta la strage, appiccarono il fuoco nel locale e fuggirono. Intorno alle 08:40 di quella mattina dal bowling partì una telefonata al 911. Era Melissa Repass, la figlia di Stephanie. Appena i due malviventi scapparono Melissa ferita ma lucida raggiunse il telefono dell’ufficio della madre e chiamò i soccorsi.
Nonostante l’orrore al quale aveva assistito e di cui era stata vittima riuscì a dare al centralinista del 911 tutte le indicazioni. Fornì l’indirizzo, 1201 E. Amador, e alla domanda su quante persone erano state ferite, lei guardando nella stanza scandì i numeri uno dopo l’altro: “uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, ci sono sette morti accanto a me. Sono ferita anche io, alla testa, sanguino e ho dolore. Mia madre è ferita e la tengo tra le braccia. Fate presto il locale sta bruciando”. La telefonata fu agghiacciante e sconvolgente. Poco dopo arrivarono polizia e vigili del fuoco. Quest’ultimi che si prodigarono a spegnere le fiamme che stavano divorando tutto e assieme agli uomini di polizia raggiunsero il luogo della strage. Steven Teran, Paula Holguin ed Amy Houser erano morti. Gli altri erano in condizioni critiche.

4 vittime, tra queste Valerie di 2 anni
Valerie Teran, la vittima più giovane, era ancora viva quando sono arrivate le autorità. Melissa e le altre vittime furono trasportate d’urgenza al Memorial General Hospital (ora Memorial Medical Center). Valerie morì poco dopo il suo arrivo in ospedale. Stephanie Senac, dopo la sparatoria, lasciò la città di Las Cruces e il Nuovo Messico, e benché sopravvissuta a quel massacro morì nove anni dopo a causa delle ferite riportate nella sparatoria. Iniziate le indagini, ben presto gli agenti di polizia si resero conto che buona parte degli indizi era andata persa a causa del fuoco appiccato dagli assassini e la scena del crimine quindi era stata fortemente compromessa. Melissa e Ida anche loro sopravvissute alla strage riuscirono però a fornire alle autorità la descrizione dei due uomini.
Entrambi di origine ispanica, uno di circa trent’anni, l’altro tra i 40 e i 50 anni, con capelli brizzolati pelle scura e un leggero accento messicano. Centinaia furono le segnalazioni che giunsero alla polizia ma nessuna fu rilevante all’identificazione degli assassini. Varie le ipotesi che negli anni riaccesero l’attenzione su questo massacro ma ancora oggi e nonostante nuove recenti indagini il caso resta irrisolto.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (massacro di Las Cruces) photo credit: medium.com